Donna picchiata a morte: «Avevo deciso di sposarla, ho perso la testa»

Donna picchiata a morte: «Avevo deciso di sposarla, ho perso la testa»
di Mario DILIBERTO
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Mercoledì 19 Luglio 2017, 14:10 - Ultimo aggiornamento: 14:13

«Ero andato in Romania per mettere a posto tutte le carte. Perché avevo deciso di sposarla. Quando sono tornato a casa e l’ho trovata con il suo ex ho perso la testa. Non volevo ucciderla». Ha usato parole simili a queste Gheorghe Mateiu, il bracciante rumeno di quarant’anni fermato dai carabinieri per l’omicidio della compagna Violeta Marina Carabineru, 46enne anche lei bracciante agricola di nazionalità rumena.
L’ennesimo caso di femminicidio, avvenuto a Massafra, in provincia di Taranto, sul quale hanno fatto luce i militari del reparto operativo del comando provinciale guidati dal colonnello Giovanni Tamborrino, e del nucleo operativo della compagnia di Massafra guidati dal luogotenente Antonio Lategana.
Lo straniero ora è in carcere dopo la disperata fuga in mezza Italia, braccato dai militari. Proprio lui, prima ai carabinieri e poi al pubblico ministero Maria Grazia Anastasia, ha confessato il delitto avvenuto nella casa della donna, a Massafra.
A scatenare la sua furia incontenibile la scoperta che la compagna lo aveva tradito con un connazionale, al quale in passato la vittima era stata legata. Il rapporto sarebbe stato riallacciato proprio mentre il quarantenne era in Romania, a suo dire con l’intenzione di sistemare la situazione con la ex moglie e quindi sposare la nuova compagna.
Invece al suo rientro ha sorpreso la 46enne insieme all’ex fidanzato. E avrebbe perso la testa. Domenica 9 luglio avrebbe cercato di entrare nella casa della donna, trovandola sbarrata. A quel punto ha sfasciato una finestra usando come ariete la parabola dell’antenna e ha fatto irruzione nell’abitazione. All’interno ha sorpreso la coppia. Ed è passato alle vie di fatto.
Pazzo di rabbia e di gelosia ha usato come spranga la staffa di quell’antenna. E ha colpito ripetutamente entrambi. Poi ha legato l’uomo e lo ha trascinato via, abbandonandolo in strada.
In casa è rimasta la povera vittima, tramortita dai calci, dai pugni e dai colpi di spranga rimediati durante l’aggressione. Colpi micidiali che l’hanno uccisa. Il delitto è stato scoperto solo cinque giorni dopo, quando sono stati i vicini della bracciante a lanciare l’allarme. Ad insospettirli il cattivo odore che proveniva da quella casa. Sul posto sono piombati i carabinieri che hanno trovato il corpo della vittima in avanzato stato di decomposizione.
Subito sono partite le indagine che nel giro di pochi giorni hanno consentito di fare luce sull’omicidio. Gli investigatori del reparto operativo e del nucleo della compagnia di Massafra hanno immediatamente puntato i riflettori sul compagno della donna, letteralmente scomparso. Lui, infatti, ha subito cambiato aria, fuggendo in treno prima a Bari e poi a Roma. Ha venduto il suo cellulare e ha contattato da alcune cabine telefoniche dei connazionali residenti a Massafra per sapere le condizioni della donna. Quando ha appreso che Violeta che era morta e che i carabinieri erano sulle sue tracce ha compreso che era tutto finito. E si è consegnato alle forze dell’ordine.
Nella giornata di lunedì è stato condotto a Taranto e ha confessato dinanzi al pubblico ministero Maria Grazia Anastasia. Al magistrato ha più volte precisato di non aver avuto intenzione di uccidere la compagna. L’inchiesta sul delitto, peraltro, questa mattina vivrà uno snodo cruciale con l’autopsia affidata al medico legale Marcello Chironi.

Mentre nei prossimi giorni il 40enne comparirà dinanzi al gip per l’appuntamento con l’udienza di convalida del suo fermo. Deve difendersi dalle contestazioni di omicidio volontario, violazione di domicilio, lesioni personali, sequestro di persona e porto e detenzione di armi.

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