Sorpresa: scoperte 2 grotte nella gravina di San Nicola

Sorpresa: scoperte 2 grotte nella gravina di San Nicola
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Venerdì 11 Maggio 2018, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 09:49
Una scoperta e una… riscoperta, lungo uno tra i numerosi canyon che solcano il territorio.
A compiere entrambe sono stati i ragazzi dell’associazione “Amici delle Gravine di Castellaneta”, che esplorando la gravina di San Nicola, sul fianco della collina di Montecamplo, hanno ritrovato i resti della cripta dedicata al santo di Myra, della quale si erano ormai perse le tracce, e svelato l’esistenza di altre due cavità: la prima grotta, poco distante dalla cripta, con numerose incisioni a forma di croce, tipicamente realizzate dai pellegrini; la seconda, di natura pensile, con al suo interno un piccolo tesoro, un bassorilievo che potrebbe rappresentare proprio il volto di san Nicola.
Si tratta di un risultato interessante, che apre opportunità di studio e approfondimento e che arriva proprio nei giorni in cui la cittadina è in festa per il suo patrono, san Nicola appunto, quasi a sancire ulteriormente il legame millenario esistente tra Castellaneta e il santo, eletto protettore e patrono titolare della cattedrale nel 1087, un anno dopo l’arrivo delle sue spoglie a Bari.
Gli “Amici delle Gravine di Castellaneta”, per altro, hanno affiancato all’attività outdoor una preparazione da… topi di biblioteca! L’attività compiuta nella gravina di san Nicola, infatti, ha avuto come traccia un documento del 1094, un atto notarile nel quale il principe normanno Riccardo Senescalco la cita tra le terre donate a un monastero benedettino, omonima della cripta ora riscoperta.

 
A segnalare agli “Amici delle Gravine di Castellaneta” l’opportunità di compiere un sopralluogo nella zona è stato un appassionato, Nicola Molfetta, che insieme a un membro dell’associazione (Antonio Moretti), ha anche scovato le due grotte sconosciute. Alla scoperta, poi, sono seguiti numerosi sopralluoghi che hanno inoltre coinvolto la professoressa Maria Carla Cassone, docente, appassionata ed esperta che a metà degli anni ’70 del secolo scorso fondò il gruppo “Saas” dedicato allo storico cittadino Enrico Mastrobuono, e che si è sbilanciata con l’ipotesi che quel bassorilievo potesse rappresentare proprio il volto di san Nicola, realizzato per vegliare sui viandanti o come ex voto da chi, attraversando quelle terre selvagge, si affidava alla sua protezione.
L’acronimo “Saas”, tuttavia, stava per “Storia, Arte, Archeologia, Speleologia”, gli stessi interessi che ora animano le attività degli “Amici delle Gravine di Castellaneta” che, secondo la stessa professoressa Cassone, sembrano aver ereditato il testimone di quell’esperienza avviata circa 40 anni fa. Una riconnessione di intenti, insomma, che ha entusiasmato tutti i soci a partire dal presidente Rocco Colamonico: «Aver ritrovato la professoressa Cassone – ha dichiarato – rappresenta per noi l’avvio di un cammino nuovo e ricco di sorprese. È come se aprissimo una pagina nuova».
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