In giunta 3 del Pd, uno a testa per gli altri

In giunta 3 del Pd, uno a testa per gli altri
di Michele MONTEMURRO
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Martedì 27 Giugno 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 14:59
Incassata l’elezione, Melucci è alle prese con la formazione della sua giunta. Ed è tempo già di “toto-assessori”. Il “manuale Cencelli” dovrebbe prevedere una giunta con le seguenti “quote”: 3 al Pd e 1 a testa per Taranto bene comune, Psi, Per, Che sia primavera, Centristi x Taranto, La Scelta. Il sindaco potrebbe decidere inoltre di nominare un assessore esterno in quota a lui.
Il ruolo di presidente del Consiglio comunale dovrebbe essere già “opzionato” dall’ex procuratore capo Franco Sebastio, il cui ruolo di alto profilo dovrebbe essere una garanzia per tutta l’assise: potrebbe essere stata anche questa la contropartita per l’appoggio a Melucci. Una postazione importante quella di presidente del Consiglio perché a differenza dei consiglieri che entreranno in giunta non ci sarà bisogno di dimettersi dalla massime assise, pertanto Sebastio conserverebbe il suo ruolo di consigliere. 
La scelta però di maggiore rilievo politico sarà quella del vicesindaco che senza dubbio sarà in quota al Pd, considerato che è il primo partito in assoluto e quindi anche quello di maggioranza relativa, che ha peraltro sacrificato un suo uomo per favorire una candidatura a sindaco “esterna”, quella risultata vincente di Melucci. 
 
Se non ci fossero attriti, sarebbe quasi scontata la nomina dell’ex segretario provinciale del Pd Walter Musillo come vicesindaco, considerato il grande lavoro dietro le quinte operato dall’ex numero uno del partito. 
Preso atto però di questa situazione, la scelta di vicesindaco, seguendo il parametro della meritocrazia e quindi dello scorrimento della lista, dovrebbe ricadere su uno dei due più suffragati, nonché assessori uscenti: Lucio Lonoce o Vincenzo Di Gregorio. La priorità sarebbe per Lonoce, essendo il consigliere più votato in assoluto, però Melucci potrebbe affidargli una delega “pesante”, come quella ai Lavori pubblici e un’altra in aggiunta, chiedendogli di rinunciare a quella da vicesindaco per segnare la discontinuità con la Giunta Stefàno. 
Motivo per cui il numero due di Palazzo di Città potrebbe diventare Di Gregorio, a meno che il sindaco non voglia puntare su altri o su una donna. Quasi certamente per ricoprire un posto nell’esecutivo potrebbe essere chiamata Carmen Galluzzo, prima delle elette del Pd, alla quale l’abito di assessore alla Pubblica istruzione sarebbe ben cucito addosso essendo dirigente scolastico. Rappresentanza in giunta, anche se poi bisognerebbe quadrare i conti, potrebbe trovarla pure Gianni Azzaro dopo cinque anni da capogruppo consiliare, che sarebbe il primo a scattare non in quota a Pelillo.
Per Taranto bene comune il nome più accreditato per la giunta è quello ovviamente di Piero Bitetti, che però lasciando il posto in Consiglio comunale decadrebbe da consigliere provinciale: a tal proposito è appena decaduto il consigliere comunale uscente non rieletto Filippo Illiano.
Due assessori quasi sicuri di essere invitati in giunta sono i consiglieri Dante Capriulo, che farebbe scattare in Consiglio Giovanni Guarino per la felicità del consigliere regionale Gianni Liviano, e Floriana de Gennaro, per la quale invece la delega alle Attività produttive sarebbe attinente considerata la sua professione e l’impegno che negli ultimi anni ha dedicato al settore del commercio tramite Confcommercio. 
Salvatore Brisci difficilmente lascerà il Consiglio comunale e proporrà di indicare per conto di Centristi x Taranto un “esterno” oppure di coinvolgere un suo uomo nella partita delle società partecipate con un ruolo di rilievo e rinunciando ad un incarico in giunta. 
È difficile inoltre che pure il consigliere Emidio Albani di Che sia primavera, lista coordinata da Luca Signorelli, lasci il posto in assise per fare l’assessore: è l’unico “fedelissimo” di Melucci in Consiglio, voluto in lista proprio dal neo sindaco ed è facile ipotizzare che gli farà da parafulmine in aula.
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