Rossi sblocca le graduatorie: 110 disabili nei ranghi della Asl

Rossi sblocca le graduatorie: 110 disabili nei ranghi della Asl
di Francesca CIURA
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Mercoledì 22 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 17:25
Con l’assunzione di centodieci persone con disabilità, la Asl di Taranto segna un punto di svolta, soprattutto etico in una società troppo poco attenta ai bisogni di chi vive in condizioni di svantaggio.
Non a caso l’impressione generale, quando si fa riferimento alle pari opportunità anche a riguardo dei disabili, è che dare lavoro a questa particolare categoria continui ad essere vissuto come un “peso”, un rallentamento per i processi produttivi aziendali, piuttosto che come una grande risorsa umana, professionale e persino morale per tutti. Ed è proprio su questo solco che vuole porsi l’Azienda tarantina che, attraverso la Legge 68 del 1999 ha potuto avviare nel corso di circa due anni, il pieno inserimento nel mondo del lavoro di 110 nuovi dipendenti con varie disabilità fisiche. 
Ieri mattina presso il Salone di Rappresentanza della Provincia si è svolta la cerimonia di presentazione dei nuovi assunti alla presenza del direttore generale, dottor Stefano Rossi (nella foto a destra) e di funzionari di Asl e Provincia. 
«Abbiamo voluto celebrare – dice Rossi – l’anniversario dalle prime assunzioni in Asl di persone con disabilità per evidenziare quanto importante sia stato l’inserimento nel mondo lavorativo per loro e di arricchimento morale per tutti gli altri. Assunzioni che proseguiranno sulla scorta delle graduatorie che man mano faremo scorrere sino al loro esaurimento. Riteniamo che sia una giornata importante perché finalmente si realizza un percorso che, pur essendo stato avviato anni fa, si era inspiegabilmente bloccato. Non appena arrivato a Taranto ho voluto riprendere il bandolo della matassa e provare a sbloccare una volta per tutte la questione: innanzitutto avviando dei tirocini formativi che fossero di alto livello. Questo perché – spiega Rossi – com’è noto, la categoria, essendo protetta, bypassa le procedure concorsuali. Avevamo quindi necessità di fornire la migliore conoscenza prima di poter assumere». 
 
Detto, fatto. Tutti coloro infatti che hanno effettuato il periodo formativo sono stati assunti a tempo indeterminato. «Abbiamo quindi utilizzato – prosegue il Direttore Generale – il quadro normativo della legge 68 del 99 pur in presenza di notevoli criticità assunzionali perché convinti che inserire nei nostri organici persone con varie tipologie di disabilità costituisca un valore aggiunto per vari motivi: sia sotto il profilo assistenziale, perché graveranno di meno all’intero sistema sanitario che in un quadro più generale, legato ai rapporti sociali, all’inclusione ed all’interscambio culturale». 
Sotto l’aspetto morale si tratterebbe quindi di un vero e proprio patto di solidarietà verso chi sembrava rassegnato a doversi accontentare di percorsi assistenziali, di servizi pubblici, di pensioni minime. In questo modo, la Asl tarantina, svincolando un centinaio di disabili dai percorsi assistenziali, libererebbe congrue somme di denaro pubblico da destinare a chi vive in condizioni di reale non autosufficienza. Si tratta di una sfida quindi che la Asl ha voluto affrontare a viso aperto sulla scorta della normativa vigente che garantisce il diritto al lavoro ai diversamente abili sposando pienamente il principio del rispetto delle potenzialità lavorative e delle competenze del lavoratore. La Legge infatti predispone servizi di sostegno e di collocamento mirato e stabilisce che gli enti pubblici e le imprese private con più di 50 dipendenti debbano avere alle loro dipendenze almeno il 7 per cento di lavoratori ricadenti in tali categorie. Attraverso l’istituto del Collocamento Mirato, viene messa in campo una serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro e successive operazioni di matching.
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