Baldassari: «Noi siamo uniti». Il candidato Pd: «Dico no ai “minestroni” arraffavoti»

Baldassari: «Noi siamo uniti». Il candidato Pd: «Dico no ai “minestroni” arraffavoti»
di Paola CASELLA
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Giovedì 15 Giugno 2017, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 16:01

La carta vincente? «Una politica Alta, sia questa la vera discriminante». Rinaldo Melucci sembra avere le idee chiare e cerca di marcare una differenza tra la sua coalizione e quella della sua antagonista, Stefania Baldassari. «Mai più minestroni “arraffavoti” - dice - dove tutto e il contrario di tutto viene enunciato e perseguito pur di agguantare consenso, in questo caso, davvero effimero. Taranto ha bisogno estremo di un modello di governo efficiente e che sappia rispondere alle necessità dei suoi abitanti ma deve poter contare anche su un atteggiamento mai prevaricatore e soverchiante».
Una accusa alla Baldassari, sia pure non nominata direttamente, che sulla questione è però molto netta: «Il centro del programma sono io - puntualizza - sono i partiti che hanno spostato la mia candidatura, non sono stati loro a scegliermi e guidarmi. C’è una bella differenza. Quindi nessuna incoerenza, nessun minestrone. Contesto chi mi etichetta in qualsiasi modo, soprattutto come espressione del centrodestra, perché in realtà non è affatto così».
Eppure con lei ci sono Forza Italia, declinata in Forza Taranto, e Direzione Italia, anche questa localizzata in Taranto: «Ma io non ho voluto escludere nessuno - ribadisce la direttrice del carcere in aspettativa - proprio perché volevo che tutte le forze in grado di fare qualcosa per risollevare la città fossero unite e marciassero compatte. Chi sta con me ha condiviso questa mia idea e quello che voiglio fare per Taranto».
Pensieri e parole che Baldassari sintetizza in poche parole: «Abbiamo assistito ad una politica che ha usato i cittadini; io invece ribalto i termini della questione: siamo noi che dobbiamo metterci al servizio dei tarantini. È questa la svolta, il senso della mia candidatura in questo senso totalmente civica».
Dal canto suo, Melucci ha in testa un «modello “operativo e vincente”, inclusivo, fatto di scelte, ponderate e discusse, come è logico in una società matura e moderna, in una società davvero civile nel significato vero. Taranto ha bisogno di essere governata con un’idea precisa, politica. Con me sindaco, Taranto sa perfettamente dove andrà. Perché il sindaco di Taranto non si nasconde dietro la politica ma la coinvolge. Il sindaco non ha paura di definirsi alla guida di un modello di centrosinistra dove, cioè, le persone e i loro interessi e diritti, siano davvero al centro di tutti gli atti amministrativi».
Sulle tematiche, non si sfugge, il passaggio obbligato è quello sull’ambiente: «I problemi, giustamente evidenziati in questa campagna elettorale, non possono essere dimenticati. Il vero cambiamento è proprio quello che nasce dal complessivo salto di qualità che la nostra classe dirigente deve compiere. Un salto di qualità indispensabile dove, con la preparazione necessaria a portare avanti i programmi, non si eludano i temi della legalità, trasparenza, inclusione e solidarietà diventando così pratica quotidiana e non episodica».
 
Poi il candidato sindaco del Pd risponde all’appello lanciato ieri da Campo progressista: «Ricordo agli amici di Campo Progressista - sempre se rappresentino tutta quell’area, che se non sbaglio altro non è che l’ennesima area di centrosinistra, quella sinistra che loro indicano come maestra di divisioni intestine - che stanno tornando a dire cose che non solo avevano gia detto senza far seguire i fatti alle parole, ma anche e soprattutto non stanno dando ancora oggi, alcun contributo alla causa comune. Causa comune che, con Rinaldo Melucci, non risponde più alle vecchie logiche del poltronificio.

Impegnati a fare vuoti appelli alla coesione, hanno smarrito la realtà e la realtà è che il candidato che chiamano in causa ha speso gli ultimi due mesi a ricucire rapporti e relazioni al punto da creare con una fatica immane una coalizione forte e coesa».Il tema, evidentemente, è quello degli apparentamenti: «Ho gia dichiarato - puntualizza Melucci - che la mia priorità è l’elettorato di centrosinistra e dell’ambientalismo fattivo, quindi della riconciliazione con tutte le forze che hanno partecipato divise alla competizione elettorale, ma che hanno già oggi la maggioranza del consenso cittadino».
 

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