Calciatore morì in un incidente: ordinata l’imputazione coatta

Calciatore morì in un incidente: ordinata l’imputazione coatta
di Lino CAMPICELLI
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Lunedì 19 Febbraio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:33
Il caso non è chiaro e dagli atti emergerebbe la responsabilità dell’automobilista che, in ragione della sua condotta, provocò l’incidente che costò la vita a Walter Litti, calciatore talentuoso della Virtus Francavilla con un passato nelle giovanili del Taranto, deceduto in un incidente stradale nel 2014 nel quartiere Salinella.
Sulla base di una serie di logiche considerazione, il gip del tribunale di Taranto dottor Benedetto Ruberto ha disposto l’imputazione coatta nei confronti del conducente della Ford Focus, sotto la cui scocca finì il giovane tarantino che, nella circostanza, con una frenata in extremis, cercò di evitare l’ostacolo.
Secondo il giudice, il conducente dell’auto ebbe una responsabilità nell’incidente stradale poichè nell’occasione stava per effettuare una inversione ad “U” non consentita.
A queste conclusioni è giunto il giudice, che ha ravvisato la necessità di ulteriori indagini, delegate alla procura della Repubblica del capoluogo jonico, nonostante la stessa procura, al termine delle varie fasi istruttorie, avesse richiesto per ben due volte l’archiviazione del procedimento.
Secondo il giudice, però, l’esito dell’accertamento svolto dalla stessa magistratura inquirente, sfociata nella consulenza redatta dal dottor Giuseppe Brizzi, che aveva concluso per l’assenza di collegamento fra la manovra irregolare eseguita dall’automobilista, e legata alla possibile inversione ad “U” effettuata lungo via Ancona, e l’incidente in cui era rimasto vittima Litti, stride con la tesi secondo cui la condotta irregolare ipotizzata non abbia avuto riflesso nell’evoluzione e nella dinamica dell’episodio.
In sostanza, accogliendo anche i rilievi mossi dalla parte offesa che aveva predisposto una consulenza affidata al dottor Domenico Vantaggiato, Walter Litti non si sarebbe ritrovato ad effettuare quella franata brusca, lungo via Ancona, se l’autovettura incriminata avesse eseguito una normale sterzata verso sinistra, consentita dalla segnaletica, invece di “stringere” l’angolo di curvatura per effettuare una netta inversione di marcia, al contrario vietata. Nella circostanza, non ci fu impatto fra i due mezzi: il corpo di Walter, però, strisciando, finì sotto l’auto riportando lesioni fatali.
 
D’altra parte, fu lo stesso consulente del pubblico ministero, sulla base dei rilievi effettuati dalla polizia municipale di Taranto, a ritenere plausibile, pur se non del tutto certo, che l’automobilista stesse effettuando l’inversione vietata.
Per il giudice, quindi, questa ipotesi plausibile non può giustificare l’archiviazione del procedimento ma merita l’ulteriore approfondimento, possibile attraverso l’imputazione coatta nei confronti dell’automobilista tarantino.
L’incidente stradale, che aveva lascito sgomenti non solo la comunità tarantina, che conosceva Walter per la sua solarità e per le sue capacità calcistiche non indifferenti, era avvenuto il 24 maggio 2014. Allorchè si sparse la notizia dell’incidente, i primi ad accorrere nel capoluogo jonico, per salutare un diciottenne che aveva lasciato una impronta indelebile in società, erano stati i dirigenti e i compagni di squadra della Virtus Francavilla, che Walter aveva lasciato da pochi mesi per avvicinarsi ai suoi cari.
Litti, infatti, aveva deciso di ritornare nella sua amata città, accogliendo la proposta della società del Leporano.
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