Città Vecchia: una settimana di tempo, poi il piano al Governo

Città Vecchia: una settimana di tempo, poi il piano al Governo
di Francesca TANZARELLA
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Domenica 26 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 17:32
L’idea di Città Vecchia, o Isola Madre come piace definirla ora, che ha il sindaco Rinaldo Melucci è chiara: «Non vogliamo che sia un museo, la immaginiamo quasi tutta pedonale, ne vogliamo recuperare la bellezza e restituirla, in termini funzionali, ai più giovani». Una “visione”, insomma, affidata a rappresentanti di istituzioni e categorie, imprenditori e professionisti, chiamati dal Comune a dare il loro contributo alla scrittura del piano di interventi per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione dello storico quartiere cittadino.
Nell’androne di palazzo Pantaleo, ieri mattina, è stata svelata la portata del lavoro svolto dagli uffici comunali per ottemperare alle disposizioni del decreto legge 1 del 2015 (la legge speciale per Taranto, convertita e modificata dalla legge 20 del 2015, che chiede appunto la redazione del piano), lavoro che tuttavia sottende alla necessità di ridefinire completamente l’assetto urbanistico della città. Un’attività svolta in circa quattro mesi («non appare – le parole di Melucci –, ma si tratta di un grande risultato dopo lo stallo di questi anni») che ora deve incrociarsi con le proposte di tutti i soggetti interessati.
E deve farlo al più presto. Entro l’11 dicembre, infatti, il piano dovrà essere inviato al Governo e Melucci conta di poterlo presentare alla città subito prima di Natale, il 21. Il rischio, in caso contrario, è perdere parte delle risorse già disponibili. Ecco perché, più dell’assessore ai Lavori Pubblici Aurelio Di Paola (cui è toccato presentare quanto realizzato sino a oggi), il sindaco ha calcato la mano sui tempi, chiedendo a tutti lo sforzo di esprimere eventuali pareri entro una settimana: «Il nostro obiettivo è aprire i primi cantieri nella prossima primavera».
 
Non si tratta banalmente di fretta, almeno apparentemente, ma di efficacia. Soprattutto rispetto all’obiettivo da raggiungere, perché usando una metafora a lui cara per i trascorsi professionali, Di Paola ha dichiarato che «questo è un treno sul quale dobbiamo assolutamente salire, anche se non sappiamo dove ci porterà». In realtà, un’idea esiste: declinata alla larga da Melucci, come detto, ma dettagliata da Di Paola.
Questi mesi sono serviti per analizzare i dati che riguardano Città Vecchia, partendo dai progetti presentati nell’ambito del concorso di idee “Open Taranto”, al fine di individuare le criticità del quartiere e le funzioni da insediare. L’assessore Di Paola, inoltre, ha spiegato anche il metodo che porterà alla stesura del piano: le proposte del concorso saranno filtrate secondo la prospettiva scelta dal Comune, confrontate e integrate dalle osservazioni dei portatori di interessi e inserite.
Ma da dove si parte? Città Vecchia soffre perché soffocata da troppi edifici, alcuni da demolire, la popolazione è concentrata e vittima di disagio sociale, vi sono poche attività produttive e gli spazi comuni sono di scarsa qualità. La prospettiva delle funzioni da insediare, invece, è ambiziosa: nuova residenzialità, turismo “lento, costante ed esperienziale”, imprese “smart” e nuove professioni, commercio di qualità e alta formazione.
Le proposte del concorso, quindi, o quelle che arriveranno dai soggetti coinvolti ieri, dovranno essere coerenti con questa programmazione se vorranno entrare nel piano. Che, però, non ha ancora una dotazione finanziaria certa.
Problema relativo, per Di Paola e Melucci, che rispondendo a una precisa sollecitazione hanno spiegato che l’importante è partire, avendo un piano; circostanza che consente di coinvolgere investitori, anche all’estero. Il ruolo dei privati, peraltro, è importante, perché pur avendo risorse a disposizione («chiuderemo con un poderoso avanzo – ha spiegato il sindaco – e il nostro problema futuro non sarà la spesa, ma la sua pianificazione»), da soli non si va lontano. Basti pensare solo al fatto che il Comune possiede i 2/3 degli immobili di Città Vecchia e il 50% dell’intero patrimonio demaniale pugliese: impensabile gestirlo autonomamente.
Città Vecchia, insomma, è un banco di prova centrale per l’amministrazione, che pensa al futuro assetto della città. In una maniera anche “romantica” se, come spiegato in chiusura dall’assessore all’Urbanistica Sergio Scarcia, saranno i bambini a dover dare le indicazioni di sviluppo. Che non potranno esulare da una necessità: passare dal concetto di Pil (prodotto interno lordo) a quello di Bes (benessere equo e sostenibile). «Oggi il “palazzo” è uscito dal palazzo per incontrarvi – le parole di Scarcia – e dirvi che dobbiamo consegnare ai bambini una città più bella e vivibile».
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