Il vicino di casa violentava e ricattava una donna: incubo finito, manette per il giovane

Il vicino di casa violentava e ricattava una donna: incubo finito, manette per il giovane
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Mercoledì 26 Luglio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 17:41
 Rapporti sessuali imposti ad una donna tarantina minaccianta con un coltello e un’ascia. Costretta a subire violenze contro la sua volontà da un bengalese di 28 anni, che viveva nel suo stesso palazzo. 
I carabinieri di Taranto Centro e i militari della Compagnia di Taranto hanno posto fine alla storia choc eseguendo un provvedimento cautelare in carcere, emesso dal gip del Tribunale di Taranto dottor Benedetto Ruberto, su richiesta del pm dottoressa Ida Perrone, nei confronti dell’uomo, responsabile dei reati di estorsione aggravata, violenza sessuale continuata, atti persecutori ed interferenze illecite nella vita privata.
L’ordinanza scaturisce da una scrupolosa attività d’indagine condotta dai carabinieri della stazione di Taranto Centro i quali nella scorsa settimana hanno ricevuto la denuncia della donna. Un racconto che ha dato il via a immediati accertamenti, coordinati e condivisi dalla procura della Repubblica di Taranto.
Secondo quanto denunciato, accertato e ricostruito dai militari, il bengalese, pure gravato da precedenti di polizia analoghi commessi in altre province pugliesi, avrebbe dietro minaccia, costretto la donna a ripetute violenze sessuali, oltre che a consegnargli numerose somme di denaro e un telefono cellulare. Minacciandola inoltre di inviare, al suo datore di lavoro, video riproducenti le pessime condizioni dell’abitazione della quale l’indagato era entrato in possesso delle chiavi.
L’aspetto più drammatico è emerso quando sono venuti alla luce i dettagli: oltre alle violenze, le condotte criminose sono state caratterizzate anche da aspetti vessatori: l’uomo arrestato infatti, al fine di ottenere quanto richiesto, avrebbe in più circostanze effettuato riprese video dell’abitazione della donna, minacciandola di diffonderle qualora non avesse aderito alle sue richieste oscene.
Queste circostanze hanno causato nella vittima un perdurante stato d’ansia scaturito nella legittima preoccupazione per la propria incolumità. La vittima aveva provato a scappare, ha cambiato l’abitazione in cui ha vissuto, fuggendo da quella ubicata nello stesso stabile del bengalese.
La pressione sulla vittima da parte del 28enne bengalese ha avuto luogo, tra le altre cose, tramite continue richieste di denaro con toni vessatori, intimidatori ed offensivi inviati tramite sms dal proprio telefono cellulare; i messaggi, contenevano minacce circa la diffusione dei video effettuati presso l’abitazione della donna, costretta ad avere rapporti sessuali con l’uomo, in alcune circostanze, sotto la minaccia di un coltello e di un’ascia. 
La ricostruzione degli episodi di violenza si è basata anche sulle dichiarazioni della convivente del bengalese, indagata a piede libero per concorso nei reati di estorsione e atti persecutori: la stessa ha dato conferma di quanto accaduto anche relativamente alla violenza sessuale.
L’esecuzione del provvedimento e la perquisizione effettuata nell’abitazione del bengalese hanno contribuito a supportare le ipotesi di reato e l’attività investigativa dei carabinieri; sono stati infatti rinvenuti e sottoposti a sequestro un’ascia con una lama di 34 centimetri; un coltello lungo 30 centimetri, di cui 17 di lama, 2 chiavi per porta blindata relative all’appartamento situato nel quartiere borgo, relative proprio all’abitazione già occupata dalla vittima e successivamente abbandonata; il telefono cellulare in uso all’arrestato; oggetti e corpi di reato connessi inequivocabilmente alle condotte delittuose contestate al 28enne bengalese.
L’indagato risponde anche di furto aggravato: nel corso della perquisizione è stato constatato un allaccio abusivo alla rete elettrica per alimentare illecitamente l’impianto della sua abitazione.
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