Droga nei rioni: per 15 assolti arriva il ricorso dell’accusa

Droga nei rioni: per 15 assolti arriva il ricorso dell’accusa
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Lunedì 13 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 13:36
In primo grado furono 16 gli imputati assolti dal gup del tribunale di Lecce Michele Toriello che inflisse anche 29 condanne. Mercoledì, però, nell’appello che scatta davanti alla Corte, dei sedici imputati assolti ben quindici dovranno difendersi dall’impugnazione proposta dal pm antimafia Alessio Coccioli, nell’ambito del processo “Game over” celebrato nelle forme dell’abbreviato nel marzo scorso.
Così, in appello sbarcheranno le posizioni di presunti capi e manovali di diversi sodalizi che avrebbero retto le fila del traffico e dello spaccio di droga a Taranto: il business prediletto dalla mala “made in Jonio” che nel gennaio del 2015 subì un colpo poderoso con la raffica di arresti messa a segno dagli uomini della Squadra Mobile. All’epoca, infatti, prese corpo la retata frutto di un accurato e lungo lavoro di indagine.
I poliziotti eseguirono ventisette arresti, tra carcere e domiciliari, e per altri tre indagati si optò per l’obbligo di dimora. Un quadro complesso arricchito da altre posizioni per i quali il gip Sernia negò la misura cautelare.
Nel mirino l’attività di almeno quattro presunti gruppi autonomi nel traffico di droga, hascisc, cocaina ed eroina, alimentato grazie ai rapporti con i trafficanti calabresi e non solo. Un filo rosso da sempre tenuto d’occhio dai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Lecce. L’indagine della polizia sarebbe riuscita a squarciare il velo su uno spaccato affaristico impressionante. Fotografando la capacità con cui si muovevano alcuni gruppi criminali che agivano autonomamente ma che non disdegnavano alleanze con sodalizi o singoli soggetti di appartenenza diversa. Il tutto per centrare un obiettivo: guadagnare denaro e allargare le file delle rispettive organizzazioni con droga di ogni genere fra Paolo VI, Tamburi e città vecchia.
 
Si tratta di rioni divenuti vere e proprie roccaforti del business dello spaccio e punto di riferimento per un mercato sin troppo florido. Al punto da attirare in città tossicodipendenti anche di altre Regioni, disponibili a macinare chilometri su chilometri con la certezza di poter soddisfare le proprie richieste proprio in riva allo Jonio.
In primo grado, oltre alle condanne incassate da Vincenzo Basile (12 anni), Alberto Marangione (10 anni), Cosimo Morrone (16 anni), Michele Mottolese (9 anni) e da altri imputati a pene di vario genere per la presunta responsabilità nei giri di droga, il gup Toriello mandò assolti Pasquale Agostino, Andrea Lucà, Giuseppe Romano, Eljon Hoxhai, Alessandro Castiglione, Giacomo Castiglione, Donato Liuzzi, Moris Pizzola, Rosario Sambito Rosario, Gerardo Schettino, Alessandro Forastefano e Paolo Cuscito. E poi Giuseppe Croce, Daniela De Gennaro, Gaetano Giannone, Antonio detto Tonio Petruzzi. In questo caso, l’appello scatta per 15 dei 16 assolti.
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