I ladri colpiscono ancora nei campi: razziate nella notte 5.000 barbatelle

I ladri colpiscono ancora nei campi: razziate nella notte 5.000 barbatelle
di Nazareno DINOI
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Martedì 21 Marzo 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 14:58
La criminalità non allenta la morsa dei furti nelle terre del Primitivo. Dopo lo spettacolare trafugamento di due trattori ed altre macchine agricole dell’azienda vinicola Felline di Manduria e la visita dei ladri in due vigneti denudati di 400 paletti di sostegno e 4.500 piante giovani di primitivo appena impiantate, è di due giorni fa un altro furto di 5.000 barbatelle della stessa specialità di vite. A farne le spese è stato il vigneto di una piccola impresa a conduzione familiare situata in contrata Marrocco, nelle campagne tra Manduria e Maruggio. Anche in questo caso le piccole piante erano state messe a dimora il giorno prima e puntuali come un orologio i ladri si sono presentati la notte stessa facendo razzia del prodotto non ancora attecchito e quindi di facile reimpianto. Un danno di circa diecimila euro di solo prodotto a cui si sommano i costi della manodopera. Ai malviventi, invece, il bottino sarà di circa la metà, a tanto, infatti, si abbatte il prezzo nel mercato nero delle barbatelle. Una merce preziosa di questi tempi quando i vivai ne sono sprovvisti. L’acquisto di piantine, infatti, avviene sempre su ordinazione da fare diversi mesi se non addirittura l’anno prima del previsto impianto.
 
L’appezzamento in contrada Marrocco dove è avvenuto quest’ultimo furto di piante di Primitivo, si trova non molto distante dalla cosiddetta «strada del canale», una rete di viabilità di servizio di proprietà del Consorzio di bonifica Arneo che dal tarantino attraversa il versante orientale della provincia di Taranto per immettersi nella provincia leccese. Una strada di campagna asfaltata, interdetta al traffico se non per passaggio dei frontalieri, raramente percorsa e quindi ideale per chi ha qualcosa da nascondere.
Anche i due precedenti furti avvenuti la scorsa settimana nelle terre del Primitivo, quello dei 400 paletti e delle 4.500 barbatelle, sono avvenuti in altrettanti vigneti situati sulla traiettoria del «canale Arneo». Di diversa ubicazione era invece l’azienda vinicola «Felline» presa d’assalto domenica 12 marzo da un commando bene addestrato di ladri che hanno svuotato il parco macchine dell’azienda vitivinicola abbattendo venti metri del muro di recinzione fatto di tufi e cemento armato. Abbastanza distante dalla strada di servizio del consorzio di bonifica Arneo, la cantina Felline della famiglia Perrucci si trova nella zona industriale di Manduria in una posizione che offre diverse vie di fuga potendo scegliere fra le due direttrici che portano nelle province di Lecce o Brindisi, oppure restare nel tarantino.
Nonostante ingenti le forze messe in campo - anche su volontà del prefetto di Taranto che aveva convocato per questo i componenti del comitato provinciale della sicurezza -, il bottino non è stato ancora scoperto. E più passa il tempo, più l’imprenditore derubato, Gregory Perrucci, dispera ormai di rivedere i suoi beni del valore complessivo di circa 150 mila euro. E’ di ieri lo sfogo lasciato dall’imprenditore Perrucci sul suo profilo Facebook dove ha annunciato l’interruzione delle ricerche personali (con un aereo ultraleggero ha sorvolato per giorni l’area di campagna dove i ladri potevano aver nascosto gli ingombranti mezzi). «Con questo post – scrive il vinificatore del Primitivo -, sgombro il campo e lascio nelle mani dello Stato e delle sue Istituzioni la vicenda dei nostri trattori rubati». Non senza polemiche, poi, Perrucci scopre un nervo dolente. «Lo stesso Stato – dice Perrucci - che ci chiede conto in tempo reale di ogni spostamento di ogni litro di vino, che impone la “tracciabilità” del contante e persino di ogni banconota di grosso taglio, che filtra ai raggi X ogni pratica, ogni domanda, ogni iniziativa e la rallenta. La nostra vicenda – conclude - ha scoperchiato il fenomeno molto più vasto della criminalità all’assalto dell’agricoltura e c’è ancora chi pensa a controllare nei campi la tenuta delle scarpe antinfortunistiche, la conformità delle forbici, il patentino dei fitofarmaci». 
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