Ilva, il rilancio del Comune è su decarbonizzazione e garanzie per l’indotto

Ilva, il rilancio del Comune è su decarbonizzazione e garanzie per l’indotto
di Tiziana FABBIANO
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Lunedì 8 Gennaio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:06
La decarbonizzazione, non come studio di fattibilità, ma come applicazione reale almeno per metà della produzione prevista sul siderurgico. Accelerazione nell’applicazione della copertura dei parchi, inclusione delle linee guida per la valutazione del danno sanitario e garanzie per le aziende locali dell’indotto Ilva che vantano ancora i crediti milionari precedenti all’amministrazione straordinaria. Sarebbero questi i punti cardine della proposta che il Comune, di concerto con la Regione, invierà (probabilmente già oggi) al Governo. Più di nove articoli e di tredici pagine, l’ente locale tarantino pone oltre una ventina di paletti per immaginare il ritiro del ricorso contro il Decreto del presidente del consiglio dei ministri. Non un protocollo d’intesa, ma un accordo di programma è la forma che richiedono Regione e Comune. La controfferta che da Taranto verrà rispedita a Roma è molto differente da quella che il ministero dello Sviluppo Economico proponeva per chiudere la questione. Per mettere da parte il conflitto istituzionale davanti ai giudici amministrativi il rilancio dei due enti locali è consistente: non riguarda soltanto le prescrizioni ambientali e quelle sanitarie ma anche lo stesso processo di produzione. Via l’attuale, quello che dagli anni Sessanta fa sfornare acciaio in riva allo Jonio. Il ciclo integrale a carbone verrebbe ridotto mentre due forni dovrebbero marciare a gas, una strada mai del tutto abbandonata dal presidente della Regione Michele Emiliano che da sempre caldeggia la decarbonizzazione dell’Ilva. 
Intanto dopodomani ci sarà il nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per la trattativa con il nuovo acquirente anche se, difficilmente, con queste premesse, si potrà arrivare ad una svolta fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sullo scontro tra Governo ed Enti locali. 
Conflitto nel quale è entrato anche il presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano, di Forza Italia, che ha depositato presso il Tar di Lecce, un intervento ad opponendum contro il ricorso presentato da Comune di Taranto e Regione Puglia su Dpcm Ilva. Una scelta che ha scatenato alcune opposte reazioni.
 
La prima è quella della Fim Cisl: «È la dimostrazione che per quanto nefasta, nessuno può avere il monopolio nella guerra a colpi di carte bollate, di cui questo Paese da anni è prigioniero a causa di istituzioni che rinunciano ad esercitare un ruolo costruttivo» sottolineano il segretario nazionale Marco Bentivogli e il segretario generale di Taranto Valerio D’Alò. «Bene ha fatto - aggiungono - la Provincia di Taranto, assordante è invece il silenzio del Pd Pugliese e Nazionale, su una vicenda strategica che non può essere lasciata in appalto a chi ne sta facendo solo oggetto speculativo.
Sarà dura per Emiliano dire che le “istituzioni del territorio sono con lui” visto l’impatto di Ilva in tantissimi comuni della Provincia tarantina». Questo «a proposito - osservano Bentivogli e D’Alò - di chi si è permesso a sproposito, di parlare a nome di cittadini e lavoratori. L’opposizione ha il proposito di tentare di fermare un ricorso al Tar che avrebbe il solo merito di fermare l’ambientalizzazione, chiudere la fabbrica e lasciare a casa 20mila lavoratori». Domani in Consiglio regionale è in calendario «il voto sul ritiro al ricorso e vedremo - concludono i due esponenti della Fim Cisl - coerenze o ambiguità, le prime le aspettiamo da tempo, le seconde stanno facendo rischiare 20mila famiglie e l’ambientalizzazione, finalmente in cantiere».
Di tutt’altro parere i Genitori Tarantini. «Dottor Martino Tamburrano, nella drammatica recita che da anni va avanti sull’ Ilva il suo apparire sul palcoscenico risulta come il più sospetto e pretestuoso, soprattutto per i tempi d’intervento. Eccola balzare in proscenio nella parte del paladino del potente che poco si interessa delle esigenze del popolo e più bada a rimpinguar la personale borsa, contenitore di preferenze elettorali». Lo scrive il gruppo in una lettera a aperta al presidente della Provincia. «I cittadini della provincia che lei - aggiungono i Genitori Tarantini - è stato chiamato a presiedere (non certo dal popolo, per sopravvenute legiferazioni), assistono da spettatori dopo aver pagato un biglietto d’ingresso troppo oneroso in termini di salute e di vite». Gli autori della lettera aperta avrebbero «preteso che ci fosse comunione tra le istituzioni locali su argomenti tanto seri da sconfinare in delitti contro la Costituzione; lei, al contrario, si oppone all’azione del sindaco della più popolosa città coinvolta nella vostra recita».
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