Ilva, firmata la transazione per il miliardo

Ilva, firmata la transazione per il miliardo
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Giovedì 25 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 14:30
Adriano Riva ha firmato la transazione per il rientro dalla Svizzera in Italia di un miliardo e 330 milioni di euro, somma in gran parte destinata alla bonifica dell’Ilva di Taranto e di cui 230 milioni verranno impiegati per la gestione ordinaria della società. 
La firma alle carte che sbloccano la somma è stata posta ieri mattina in una studio legale di Milano in vista del patteggiamento a due anni e mezzo di carcere che dovrebbe essere ratificato nel giro delle prossime ore, probabilmente già ieri pomeriggio, dal gup Chiara Valori. 
La firma posta ieri in uno studio legale milanese da Adriano Riva (imputato per bancarotta, truffa ai danni dello Stato e trasferimento fraudolento di valori) rende esecutivo l’accordo raggiunto lo scorso dicembre tra la famiglia Riva, le società del gruppo, e i commissari straordinari di Ilva. 
Con tale intesa saranno messi a disposizione dell’acciaieria di Taranto «somme e titoli per un controvalore di circa 1,1 miliardi di euro», che erano bloccati in Svizzera dopo un sequestro disposto dalla Procura di Milano nell’ambito dell’indagine con al centro la gestione del colosso siderurgico e il crac del gruppo Riva che lo controllava. 
A tale somma i Riva avevano aggiunto un ulteriore importo di 230 milioni di euro, destinati a sostenere la gestione corrente di Ilva. 
 
A fronte degli impegni presi dalla famiglia e dalle società da lei controllate, l’accordo prevede che Ilva «rinunci a qualunque pretesa nei confronti degli esponenti della famiglia Riva e delle società loro riconducibili, ponendo fine al vasto contenzioso in essere nell’ambito di una transazione di carattere generale che comprende reciproche rinunce». Ora, dopo la pronuncia favorevole della Corte del Jersey sullo sblocco dei fondi su un conto di Ubs a Zurigo, per i rientro effettivo della somma bisognerà attendere i tempi tecnici e alcuni passaggi burocratici. 
Inoltre è attesa anche la proposta di patteggiamento di Nicola e Fabio Riva, figli di Emilio, il patron del colosso siderurgico morto nel 2014, per i quali il procedimento separato da quello dello zio Adriano riprenderà il prossimo 6 luglio in fase di udienza preliminare. 
Sul caso interviene il viceministro per lo sviluppo economico Teresa Bellanova: “Più di qualcuno non ci credeva. Invece, la giornata odierna dimostra come quel miliardo e 300milioni di euro necessari per ambientalizzare Taranto oggi sia più vicino. In questi ultimi tre anni”, prosegue il viceministro Bellanova, «l’impegno e il lavoro per Taranto sono stati enormi. Un impegno avviato dal precedente Governo Renzi e confermato dal Presidente Gentiloni senza mutare di una virgola strategia e obiettivi». 
Interviene anche il senatore Salvatore Tomaselli, capogruppo Pd in commissione Industria a Palazzo Madama. «L’intesa è stata raggiunta grazie al lavoro dei commissari straordinari dello stabilimento siderurgico e a quello decisivo delle procure di Milano e Taranto: un passo avanti fondamentale», conclude Tomaselli.
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