Ilva, riprende la trattativa tra Mittal e i sindacati per scongiurare gli esuberi

Ilva, riprende la trattativa tra Mittal e i sindacati per scongiurare gli esuberi
di Alessio PIGNATELLI
3 Minuti di Lettura
Lunedì 12 Febbraio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:11
 Dopo giorni di tensione sfociati nell’episodio di Massafra in cui si è sfiorato lo scontro fisico tra il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli e l’assessore regionale, Michele Mazzarano, si proverà a parlare di contenuti ed entrare nel merito della vertenza Ilva. 
L’appuntamento è per oggi al ministero dello Sviluppo economico a Roma alle ore 15: ci saranno le organizzazioni sindacali (Fim, Fiom, Uilm, Usb, Ugl), i rappresentanti della cordata Am InvestCo aggiudicatrice degli asset del siderurgico, i commissari straordinari di Ilva, la viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova e Federmanager.
La nuova riunione, cui seguirà la prossima del 19 settembre, è stata concordata il 5 febbraio grazie a un summit ristretto voluto dai segretari nazionali dei metalmeccanici. La preoccupazione, infatti, è che da ormai quattro mesi non si riesce a entrare nel merito dei numeri della vertenza. 
Alla base dei continui rinvii sui contenuti di ogni singolo stabilimento, ci sono tante motivazioni: per esempio i vincoli di riservatezza dettati dal giudizio pendente dell’Antitrust sui limiti di concentrazione sul mercato dell’acciaio. Da sottolineare comunque che, come ricordato spesso ultimamente dal ministero allo Sviluppo economico, qualsiasi decisione dell’Antitrust non lambirà il perimetro Ilva in Italia. E questo per “un preciso impegno già assunto da Am InvestCo con il governo e ribadito anche in sede di trattativa in corso al Mise”. A questo ostacolo, c’è da aggiungere inevitabilmente lo stallo creatosi tra governo ed enti locali sull’Accordo di programma per Taranto. Un quadro completato dal ricorso ancora in piedi nel merito di Comune e Regione Puglia contro il decreto del presidente del consiglio dei ministri del 29 settembre che ha approvato il piano ambientale per Ilva.
 
«Meno conflitto interistituzionale e più leale collaborazione avrebbe giovato e sarebbe stata una chiave di volta non indifferente. Meno polemiche e più cura del confronto: questo è quello che continuo ad auspicare». Questo aveva dichiarato durante l’ultima riunione l’onorevole Teresa Bellanova. Oggi potrebbe essere allora la giornata giusta per mettere da parte argomenti che poco hanno a che vedere con la negoziazione. 
I sindacati proseguono sulla linea “zero esuberi”: l’obiettivo, infatti, è un completo riassorbimento dei 14.200 dipendenti di Ilva nei vari stabilimenti e una tutela dell’indotto. Traguardo complicato e vale la pena ricordare quanto ArcelorMittal prospettava a ottobre con 10mila dipendenti assunti su un totale di 14.200 impiegati analiticamente così: a Taranto 7.600, a Genova 900, a Novi Ligure 700, a Legnaro 30, a Marghera 45, a Milano 180, a Paderno 40 e a Racconigi 125. A questi bisogna aggiungerne 35 di Ilvaform, 90 di Taranto energia, 160 di Ilva servizi marittimi. In più, da aggiungere 45 dirigenti e 70 dipendenti delle controllate Socova e Tillet per un totale di 10mila unità. Numeri e cifre che i sindacati rimandano al mittente ma sui quali, ancora, non è stato praticamente possibile un confronto di merito. E in vista dell’incontro di oggi un invito ad abbassare i toni e a tornare al merito delle questioni è arrivato da Antonio Talò, segretario provinciale della Uilm. «Diventano sempre meno comprensibili le puntuali polemiche su tutto, quando si parla di Ilva», ha detto Talò. 
«Il tempo degli schieramenti e delle polemiche dovrebbe essere abbondantemente scaduto; si torni, o meglio, si inizi a discutere del merito delle questioni; di come si concilia il risanamento ambientale ed il rilancio dell’azienda e, al contempo, di come si preserva l’intera occupazione dello stabilimento siderurgico. Serve unità d’intenti, lo diciamo da tempo; è necessario abbandonare la strada delle divisioni, dei pregiudizi e dei veti. Solo insieme, con le proprie responsabilità, sindacati, associazioni ed istituzioni, possiamo arrivare alla soluzione. Abbiamo il dovere di fare presto», conclude il sindacalista.
© RIPRODUZIONE RISERVATA