Imprenditore ucciso a colpi di pistola, scatta la condanna

Il luogo del delitto
Il luogo del delitto
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Giovedì 19 Luglio 2018, 17:24
Sedici anni e otto mesi di reclusione. Questa la condanna in primo grado per Salvatore Mele, alla sbarra per l'omicidio dell'imprenditore agricolo Ciro Piccione, ucciso a colpi di pistola il 12 maggio dello scorso anno a San Giorgio Jonico, cittadina ad un pugno di chilometri da Taranto. Il verdetto è stato emesso nel pomeriggio dal giudice Benedetto Ruberto a chiusura del processo che si è celebrato nelle forme del rito abbreviato. Con la sua decisione il magistrato ha accolto in pieno la lettura del delitto sostenuta dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone, titolare delle indagini. Il procuratore Carbone, infatti, nelle sue conclusioni aveva insistito sulla contestazione di omicidio volontario a carico dell'imputato. In aula, infatti, si sono scontrate le due diverse versioni di quanto avvenne nel deposito degli attrezzi di proprietà della vittima, situato alla periferia di San Giorgio Jonico. Quel giorno i due si sarebbero affrontati nella rimessa. Pomo della discordia il rapporto che la vittima aveva allacciato con la suocera di Mele. Secondo l'imputato, la discussione degenerò al punto che Piccione estrasse la pistola e lui cercò di disarmarlo. Durante la colluttazione sarebbero partiti i colpi mortali. Per questo i suoi difensori, gli avvocati Franz Pesare e Pasquale Corigliano, hanno chiesto la sua assoluzione per legittima difesa.
Una lettura contestata dal procuratore Carbone che ha sostenuto, invece, la tesi dell'omicidio volontario, trovando concorde il giudice Ruberto. Così per Mele è arrivata la condanna, anche se ridotta di un terzo per via del ricorso al rito abbreviato. Per lui anche l'obbligo di risarcire i familiari della vittima che si sono costituiti parte civile in giudizio, mediante l'avvocato Maurizio Besio.
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