Abbattute opere abusive in un lido di San Vito

Abbattute opere abusive in un lido di San Vito
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Sabato 11 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:23
Demolite le costruzioni abusive realizzate all’interno di uno stabilimento balneare di San Vito. Si è conclusa così, quindi, l’attività di risanamento avviato all’interno del lido, anche con la collaborazione della proprietà, dopo le anomalie riscontrate dalla Capitaneria di Porto. 
Dopo le verifiche dei militari, infatti, è partita una vera e propria opera di “risanamento” con gli abusi che sono stati eliminati o con degli interventi, oppure, in caso di necessità, con la demolizione delle opere. Proprio questo aspetto del delicato intervento è stato completato nei giorni scorsi «ponendo così fine - spiegano dalla stessa Capitaneria - ad una situazione di grave abusivismo demaniale e danneggiamento ambientale, accertata più di un anno fa».
I militari avevano accertato che la struttura occupava senza alcun titolo demaniale ed edilizio porzioni di demanio marittimo, per un totale di oltre 350 metri quadrati, avendo realizzato sulla spiaggia opere di difficile rimozione in calcestruzzo. Nel dettaglio erano stati costruiti cinque pianerottoli su massetti in cemento armato e delimitati da ringhiere in ferro o staccionate in legno, collegati tra loro da camminamenti in calcestruzzo e con gradini in cemento armato che consentivano l’accesso direttamente alla spiaggia, oltre a tre freschiere e diverse postazioni doccia con impianti di smaltimento dell’acqua. «Gli scarichi delle docce - si legge nella nota della Capitaneria - confluivano direttamente nel sottosuolo e solo in caso di “troppo pieno” convogliate su un pianerottolo in calcestruzzo anch’esso abusivo. Inoltre, sul confine demaniale marittimo era stato realizzato uno scivolo in cemento armato di 22 metri quadrati circa ed un muro in tufo della lunghezza di circa venti metri, nonché due pilastri in cemento armato ed un cancello in ferro con scalinata in cemento armato di 7 gradini, anch’essi del tutto abusivi».
 
Una situazione che è stata fotografata grazie alle verifiche della Capitaneria condotte, in parte, congiuntamente a tecnici della direzione Urbanistica del Comune di Taranto. 
A questo va aggiunto che era stato rilevato, nella fascia di rispetto di 30 metri dal confine demaniale. Si è accertato, infine, che la struttura utilizzava un impianto di trattamento e smaltimento reflui sottodimensionato rispetto ai reali utenti dello stabilimento ed ai servizi offerti. Una situazione di complessa irregolarità che, con gli ultimi interventi, è stata ricondotta nei canoni della legittimità.
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