Amianto killer: «A Taranto il 40% dei casi pugliesi di Mesotelioma»

Amianto killer: «A Taranto il 40% dei casi pugliesi di Mesotelioma»
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Venerdì 16 Marzo 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 09:11
È drammatica la situazione documentata dai dato diffusi da Contramianto sul mesotelioma a Taranto e contenuti nel Registro Mesotelioma Puglia ancora una volta Taranto capofila per le morti causate dall’amianto in Puglia. 
Sono infatti 472 i casi di mesotelioma registrati tra i residenti del capoluogo jonico nel periodo 1993-2015. Il mesotelioma, il tumore di certezza causato dall’amianto, ha ucciso a Taranto lavoratori e cittadini. 
«Complessivamente - spiega Luciano Carleo, presidente di Comtramianto onlus - in Puglia negli ultimi vent’anni sono stati censiti 1191 mesotelioma e di questi il 40% sono a Taranto. Uomini e donne morti a Taranto a causa dell’amianto, una vera strage che si è consumata nel tempo e con decessi inarrestabil i. Dei 472 casi di mesotelioma dei residenti a Taranto con esposizione ricostruita oltre il 70% sono occupazionali, i rimanenti equamente distribuiti tra non occupazionali o di origine improbabile o ignota. La correlazione amianto e malattie rappresenta un problema di sanità pubblica, come puntualmente denunciato da Contramianto, che andrebbe adeguatamente affrontato sul territorio con un programma gratuito di sorveglianza sanitaria per le migliaia di lavoratori e cittadini di Taranto ex esposti amianto, controlli che finalmente, a 26 anni dalla legge 257 per l’eliminazione dell’amianto, sembrano concretizzarsi dopo il recente accordo Stato-Regioni». 
I dati confermano quanto evidenziato da Contramianto in relazione agli effetti dell’amianto a Taranto e nelle attività siderurgiche, cantieristica e Marina Militare con oltre mille malattie professionali denunciate nel periodo 2003-2009 e legate all’amianto, polveri ed altri cancerogeni, con 360 casi di cancro polmonare e mesotelioma, 85 tumori della vescica, 316 broncopatie, 201 asbestosi. Un dato confermato anche nel periodo 2012-2016 dalle 207 malattie professionali da amianto denunciate a Taranto e provincia che rappresentano il 60% dei casi regionali per la Puglia. 
«Quindi si conferma che il comparto siderurgico e le attività navali rappresentano per Taranto le maggiori esposizioni all’amianto e se una fetta consistente di quei cinquecento casi di mesotelioma riguardano i lavoratori Italsider/Ilva, l’altra parte va attribuita alle lavorazioni in Marina Militare, Arsenale, navi e cantieristica».
 
Nelle attività navali la casistica elaborata da Contramianto indica come la gran parte delle patologie asbesto- correlate e riconducibili ad operai Arsenale riguardano meccanici, motoristi, elettricisti, elettronici, carpentieri, ma anche altre mansioni e sottufficiali della Marina, motoristi, meccanici, elettricisti, fuochisti, radaristi, con il coinvo lgimento anche di altre categorie e ufficiali di grado superiore. 

«Le conseguenze sulla salute di operai e marinai sono tragiche come emerge dalla sintesi dei 300 casi in archivio Contramianto per patologie asbesto-correlate riferite a Taranto per attività in Marina Militare, marinai e operai dell’Arsenale di Taranto, dei quali 170 tumorali ( 90 mesotelioma, 63 cancro polmone, 17 cancro laringe, renale , trachea, cerebrale) e 130 non-tumorali (asbestosi, fibrosi, placche, ispessimenti). Quindi continua la strage inarrestabile causata dal l’amianto e Taranto paga ancora una volta un prezzo altissimo con i suoi morti che sono il risultato di significative esposizioni all’amianto che hanno avuto anche ripercussioni in ambito familiare dato che vi è una parte di esposizioni non occupazionali che riguarda morti da mesotelioma in mogli, madri e figli che hanno inalato inconsapevolmente polveri di amianto in ambito domestico per gli indumenti da lavoro contaminate dalle fibre cancerogene di amianto. Fermiamo la strage».
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