Via libera al raddoppio della centrale termoelettrica: «Ma compatibile con l’ambiente»

Via libera al raddoppio della centrale termoelettrica: «Ma compatibile con l’ambiente»
di Lino CAMPICELLI
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Venerdì 12 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:10
A Massafra sarà ampliata la centrale termoelettrica.
Il via libera è giunto ieri mattina dal Consiglio di Stato che, respingendo i ricorsi della Provincia di Taranto e della Regione Puglia, ha dato l’ok al raddoppio della centrale termoelettrica alimentata a cdr (combustibile ricavato dai rifiuti) nell’area del Comune in provincia di Taranto.
Sono stati i giudici della quinta sezione del Consiglio di Stato (presieduta da Carlo Saltelli, giudice estensore Valerio Perotti), ad accogliere la tesi sostenuta dalla società Appia Energy, rappresentata dagli avvocati Luigi Quinto e Pietro Quinto.
Per effetto del rigetto degli appelli proposti dai due Enti, e riuniti dallo stesso Consiglio di Stato, è da ritenersi annullato il provvedimento della Provincia di Taranto con cui era stata revocata l’autorizzazione al raddoppio.
I sostanza, come evidenziato in una nota dai legali della Appia Energy, «il Consiglio di Stato ha riconosciuto la piena legittimità dell’iniziativa proposta e la sua conformità alla disciplina paesaggistica regionale».
Come si ricorderà, il progetto della seconda linea di ampliamento della centrale termoelettrica era stato presentato dalla società costituita tra il gruppo Marcegaglia e la Cisa di Massafra nel febbraio del 2012 e, a seguito del procedimento istruttorio, era stato autorizzato con determina del dirigente del Settore Ecologia del settembre 2012.
Successivamente, però, il provvedimento autorizzativo era stato revocato in autotutela dall’Ente provinciale sulla base di alcuni rilievi mossi dalla Regione Puglia che aveva richiesto l’acquisizione dell’attestazione di compatibilità paesaggistica da parte della Giunta Regionale.
 
La richiesta si basava sul presupposto che fosse sussistente una presunta interferenza dell’intervento con aree sottoposte a tutela.
A quel punto, la società provata aveva contestato davanti ai giudici amministrativi il provvedimento di revoca. Gli avvocati Luigi Quinto e Pietro Quinto avevano infatti osservato «come le evidenze ambientali rilevate dalla Regione Puglia fossero in realtà inesistenti in fatto».
Con la sentenza depositata ieri dal Consiglio di Stato, che ha sposato sostanzialmente le argomentazioni difensive dello studio legale Quinto, i giudici amministrativi hanno posto in rilievo l’insussistenza dei contrasti tra il raddoppio della seconda linea della centrale termoelettrica e i vincoli di piano che sono risultati dalle perizie acquisite nel corso del processo.
A questa conclusione il Consiglio di Stato è pervenuto anche sulla base di una consulenza tecnica.
La stessa, affidata dal CdS, era stata effettuata dal Provveditorato delle Opere Pubbliche della Regione Basilicata.
L’esito ha confortato la tesi della società privata: era insussistente il conflitto con l’area annessa al bosco e con il parco “Terra delle Gravine”, in quanto è stato verificato come i vincoli richiamati dagli appellanti siano esterni al perimetro dell’impianto.
L’intervento proposto, che secondo le intenzioni della società verrà realizzato in tempi brevissimi, prevede un investimento di oltre 50 milioni di euro ed il raddoppio della potenza elettrica da 10 a 20 mw.
Un’ultima annotazione, consolatoria per la Provincia di Taranto. L’Ente non dovrà risarcire i danni, asseritamente patiti dalla “Appia Energy”. Il Consiglio di Stato non ha infatti ritenuto che la Provincia, che si era conformata a un parere della Regione, abbia attuato con la sua condotta «quella manifesta violazione delle regole amministrative idonea a integrarne la colpa».
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