Nonnismo e abusi a bordo di una nave della Marina. Vittime cinque taratini

L'inchiesta potrebbe arrivare sul tavolo dei magistrati della Procura di Taranto

Nonnismo e abusi a bordo di una nave della Marina. Vittime cinque taratini
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Venerdì 14 Luglio 2023, 20:13 - Ultimo aggiornamento: 21:15

Rischia di finire sul tavolo dei magistrati della Procura di Taranto l’inchiesta sui presunti casi di nonnismo e molestie, anche a sfondo sessuale, a bordo di una nave della Marina durante una missione all’estero. Una vicenda spinosa per la quale il procuratore militare di Napoli Giovanni Barone ha già chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di tre militari. 
Si tratta di un ufficiale, all’epoca dei fatti al comando dell’unità, e di due sottocapi, uno dei quali originario della provincia di Lecce. Per tutti l’accusa è quella di violenza, minaccia e ingiuria a inferiore. Sono accusati di maltrattamenti, abusi, insulti e vere e proprie molestie sessuali. 

Le vittime 


Le vittime sono tredici militari, tra ufficiali e marinai, cinque dei quali sono giovani tarantini, in parte assistiti in giudizio dagli avvocati Giovanni Vinci e Antonella Notaristefano.

La richiesta di rinvio a giudizio questa mattina è giunta al vaglio del giudice presso il Tribunale militare Francesco Paolo Fasoli. Proprio nell’udienza di oggi è emersa la possibilità che l’inchiesta possa essere trasferita a Taranto. Il giudice, infatti, non si è espresso rinviando l’udienza al prossimo 10 novembre. E ha spiegato che la procura militare di Napoli, da settembre dello scorso anno, è in attesa di una risposta da quella di Taranto sulla eventuale contestazione agli imputati di accuse più gravi. Una eventualità che spingerebbe proprio verso la procura jonica la competenza, in quanto la nave era di stanza proprio nella base della città dei due mari.

L'accusa di violenza sessuale

Da sciogliere, in tal senso, c’è proprio il nodo dell’accusa di violenza sessuale che potrebbe ricadere sugli imputati. Tra gli episodi contestati, infatti, oltre alle offese spiccano i pesanti palpeggiamenti che avrebbero subito delle giovani donne imbarcate sulla nave della Marina nel corso della missione in acque internazionali. Dalla lettura delle contestazioni della procura militare, infatti, emerge un clima contraddistinto da vessazioni. Le ragazze sarebbero state palpeggiate e costrette a subire allusioni sin troppo esplicite a sfondo sessuale, accompagnate da un linguaggio volgare e sessista. Anche un giovane marinaio sarebbe stato apostrofato con frasi omofobe e atteggiamenti di impronta smaccatamente maschilista nel peggiore senso del termine. 
Ieri i legali dei tre imputati hanno anticipato l’intenzione di chiudere il processo militare con una richiesta di messa alla prova, per la quale, in ogni caso, è indispensabile il risarcimento delle vittime. Ma sul futuro del procedimento ora pesano le indicazioni che giungeranno dalla procura jonica guidata dal procuratore capo Eugenia Pontassuglia.

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