Rischia di finire sul tavolo dei magistrati della Procura di Taranto l’inchiesta sui presunti casi di nonnismo e molestie, anche a sfondo sessuale, a bordo di una nave della Marina durante una missione all’estero. Una vicenda spinosa per la quale il procuratore militare di Napoli Giovanni Barone ha già chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di tre militari.
Si tratta di un ufficiale, all’epoca dei fatti al comando dell’unità, e di due sottocapi, uno dei quali originario della provincia di Lecce. Per tutti l’accusa è quella di violenza, minaccia e ingiuria a inferiore. Sono accusati di maltrattamenti, abusi, insulti e vere e proprie molestie sessuali.
Le vittime
Le vittime sono tredici militari, tra ufficiali e marinai, cinque dei quali sono giovani tarantini, in parte assistiti in giudizio dagli avvocati Giovanni Vinci e Antonella Notaristefano.
L'accusa di violenza sessuale
Da sciogliere, in tal senso, c’è proprio il nodo dell’accusa di violenza sessuale che potrebbe ricadere sugli imputati. Tra gli episodi contestati, infatti, oltre alle offese spiccano i pesanti palpeggiamenti che avrebbero subito delle giovani donne imbarcate sulla nave della Marina nel corso della missione in acque internazionali. Dalla lettura delle contestazioni della procura militare, infatti, emerge un clima contraddistinto da vessazioni. Le ragazze sarebbero state palpeggiate e costrette a subire allusioni sin troppo esplicite a sfondo sessuale, accompagnate da un linguaggio volgare e sessista. Anche un giovane marinaio sarebbe stato apostrofato con frasi omofobe e atteggiamenti di impronta smaccatamente maschilista nel peggiore senso del termine.
Ieri i legali dei tre imputati hanno anticipato l’intenzione di chiudere il processo militare con una richiesta di messa alla prova, per la quale, in ogni caso, è indispensabile il risarcimento delle vittime. Ma sul futuro del procedimento ora pesano le indicazioni che giungeranno dalla procura jonica guidata dal procuratore capo Eugenia Pontassuglia.
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