«Arsenale, operai dell’indotto abbandonati al loro destino»

«Arsenale, operai dell’indotto abbandonati al loro destino»
di Alessio PIGNATELLI
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Domenica 25 Giugno 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 00:02
Indotto della Marina Militare abbandonato e promesse mai mantenute. Il concetto è ribadito a poche ore dal sit-in che si terrà domani dinanzi a Maricommi: a tuonare contro il Governo è Aldo Pugliese, segretario generale della Uil di Puglia, che commenta così la vertenza e la protesta che vede coinvolti i lavoratori dell’indotto della Marina Militare.
L’iniziativa dei sindacati è prevista per domani dalle 9.30 a mezzogiorno in via Acton e Pugliese ribadisce i concetti di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti. I numeri dell’indotto spiegano la rabbia dei sindacati: per esempio i 150 addetti delle aziende del servizio pulizia e sanificazione a rischio stipendi o i 400 che danzano tra incertezze e cassa integrazione.
«I lavoratori dell’indotto della Marina sono abbandonati al loro destino – attacca il segretario generale della Uil - Che fine hanno fatto i soldi del piano per Taranto? Il Governo ha ancora la volontà politica di investire sull’Arsenale? Se non fosse che la faccenda è tremendamente seria, con centinaia di lavoratori che da mesi non percepiscono il proprio salario con regolarità o usufruiscono del salvagente degli ammortizzatori sociali, si potrebbe dire, con una battuta, che sono le solite promesse da marinaio».
 
Aldo Pugliese racconta poi la sua versione sugli investimenti per Taranto. E non risparmia aspre critiche anche nell’impianto ideato per il capoluogo jonico dal Governo, il Contratto istituzionale di sviluppo. 
«Da oltre un anno – spiega – è stato messo in piedi il Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto, ben 800 milioni di euro di cui, al momento, non c’è nessuna traccia e che non hanno prodotto neanche un posto di lavoro. Investimenti importanti che avrebbero dovuto coinvolgere anche il settore marittimo e l’Arsenale, indotto compreso, rimasti puntualmente sulla carta, magari buoni solo per condurre con argomenti poco credibili qualche campagna elettorale o per permettere a Ministri e sottosegretari di fare qualche passerella a Taranto, una città che ormai da anni è sedotta e abbandonata senza alcuno scrupolo».
Nel Cis, infatti, fu inserita in extremis una dote apposita per l’Arsenale militare di Taranto. In particolare per rinvigorire il cosiddetto Piano Brin, una serie di investimenti per riqualificare diverse zone operative all’interno del sito tarantino.
«Occorre un intervento deciso del Governo centrale – attacca infine Pugliese – un intervento concreto però, che vada oltre le puntate in terra jonica di De Vincenti che non ha perso occasione per promettere denari su denari, salvo poi abbandonare tanti lavoratori al loro destino. Non è concepibile che la Marina Militare non garantisca il pagamento delle retribuzioni di tanti lavoratori tarantini, così come non è concepibile, più in generale, la modalità con la quale si gestiscono gli appalti. Noi siamo e saremo al fianco della protesta di questi lavoratori, finché non arriveranno risposte concrete e, soprattutto, condivise. Finché, insomma, il Governo non darà dimostrazione tangibile di voler riprendere a investire seriamente nell’Arsenale e nelle competenze e professionalità dell’indotto».
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