Un libro per amico: ad Oncologia arriva la biblioteca

Un libro per amico: ad Oncologia arriva la biblioteca
di Nicola SAMMALI
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Sabato 16 Dicembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:58
L’attesa, la chemio, la lettura. Tre elementi che l’associazione “L’Obiettivo” ha voluto unire attraverso due punti dedicati soltanto ai libri, inaugurati all’ospedale Moscati, al secondo piano, nell’ambulatorio di oncologia. 
Uno per i pazienti, posizionato all’interno del reparto, e uno per il pubblico, sistemato all’esterno, nell’angolo accanto agli sportelli informativi. 
Il primo è uno scaffale che contiene cento libri, il secondo è un totem con circa cinquanta testi, tutti a disposizione di degenti, visitatori e personale medico e paramedico. Libri che possono sostenere, dare sollievo, distrarre gli ammalati e i parenti e che naturalmente vanno restituiti perché sono patrimonio della collettività. È anche possibile portarli con sé, come riportato nel regolamento, facendo attenzione a non rovinarli prima di riporli al loro posto.
Non si tratta di un vero e proprio servizio biblioteca però, come già avviene al SS. Annunziata, ma la consegna dei volumi ai degenti verrà gestita, al momento, dagli infermieri che hanno manifestato la volontà di occuparsene. 
Un gesto molto apprezzato. Grazie poi a una convenzione siglata con il Comune e l’Asl, l’associazione parteciperà al bando regionale Community Library con un progetto che prevede l’istituzione di una biblioteca proprio al Moscati.
 
A tirare via i teli che coprivano lo scaffale e il totem erano presenti il responsabile degli eventi dell’associazione Arturo Paride Simon, il presidente Francesca Paola Simon, i soci de L’Obiettivo insieme al direttore di Oncologia, Salvatore Pisconti, al direttore sanitario, Teresa Coccioli e al personale sanitario.
Ospite della toccante cerimonia un ragazzo romano di soli 21 anni, Giacomo Perini, che ha sconfitto un cancro alle ossa e che attraverso la lettura, nonostante l’amputazione di una gamba, ha trovato la forza per trovare nuovi obiettivi in cui credere. Ha scritto un libro, “Non siamo immuni”, presentato nell’auditorium del Moscati e di cui ha donato cinquanta copie per la comunità. Il presidente Francesca Paola Simon ha spiegato che «l’idea di portare i libri all’interno delle aziende sanitarie è partita circa due anni fa: abbiamo cominciato dal SS. Annunziata e adesso siamo qui, dove si consumano lunghe attese per la chemioterapia. Vogliamo che si trasformi in un servizio definitivo». 
Poi prende la parola Pisconti. «L’aspetto positivo è l’aumento della sopravvivenza: siamo riusciti nella globalità a toccare punte intorno al 60% a più di 5 anni. Ci sono poi dei tumori che riconoscono anche il 90% di guarigione. Ma la comunicazione di una diagnosi crea sconforto, scompiglio, è un temporale che scatena smarrimento: queste testimonianze servono a infondere ottimismo, perché da un’esperienza negativa si possono avere risultati positivi». La dottoressa Coccioli sottolinea «che questo sia l’inizio di una integrazione importante, di collaborazione estrema con l’associazione». La battaglia quindi, si può affrontare e vincere se la si «vive come una risorsa» ha concluso la dottoressa Scafato, responsabile della psicologia oncologica del Moscati, «anche se la malattia fa paura, anche se ci spaventa, anche se ci sono momenti bui». 
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