Taranto pattumiera di Puglia: "Adesso basta con le discariche"

Taranto pattumiera di Puglia: "Adesso basta con le discariche"
di Nicola SAMMALI
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Martedì 24 Aprile 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:15
«Taranto non è la pattumiera della Puglia». Dura la presa di posizione del M5s nei confronti dell’ente provinciale e del presidente Martino Tamburrano dopo l’autorizzazione all’ampliamento del III lotto della discarica Italcave, che porterebbe la volumetria complessiva dell’impianto di smaltimento rifiuti a 10.823.444 metri cubi. Il sito, collocato tra Taranto e Statte, proprio di fronte alle acciaierie Ilva, è interessato da un aumento di superficie che, denunciano i deputati Giovanni Vianello e Alessandra Ermellino e il consigliere comunale Massimo Battista, «è interamente dentro il territorio comunale» del capoluogo ionico.
Per questa ragione chiamano in causa anche l’amministrazione Melucci e lo fanno in conferenza stampa davanti all’ingresso di Italcave, supportati dai portavoce pentastellati Francesco Nevoli, Rosalba De Giorgi, Mario Turco e Gianpaolo Cassese, assenti però per impegni pregressi. Da quegli stessi cancelli entreranno trasportati dai tir «3mila tonnellate giornaliere di rifiuti, di cui 500 urbani» spiega Vianello. E aggiunge che, oltre alla Provincia, «è stata l’agenzia regionale dei rifiuti a richiedere che su questa autorizzazione fosse prevista la clausola per lo smaltimento dei rifiuti urbani provenienti dai trattamenti meccanici biologici». In venti giorni, ricordano i 5stelle, la Provincia di Taranto ha autorizzato la sopraelevazione della discarica di Grottaglie e l’inceneritore di fanghi da 80mila tonnellate annue a Massafra: il rapporto Ispra 2017 sullo smaltimento dei rifiuti, continua Vianello, indica che la provincia di Taranto è quella in cui vengono smaltiti il maggior numero di quantitativi di rifiuti tra urbani e speciali in Italia. «Ben 1,3 milioni di tonnellate all’anno, su un totale di 1,5 in tutta la Regione, sono smaltite nella sola provincia di Taranto».
Appare evidente allora, affonda il neo eletto alla camera, «la volontà politica della Regione e della Provincia: per loro Taranto deve essere la discarica d’Italia. Non è una guerra al campanile ma siamo indignati, quello che sta accadendo è vergognoso». Poi interviene Battista. «Parliamo di un presidente della Provincia, Tamburrano, che è lì per burocrazia ed è scandaloso il fatto che possa continuare a dare autorizzazioni». Sulla stessa linea anche Vianello. «La procedura di Via, come dicono numerose sentenze del Tar e del Consiglio di Stato non è un mero strumento tecnico ma vi è discrezionalità politica perché si realizza la volontà politica».
 
L’ampliamento di Italcave coinvolge, come detto, il Comune di Taranto, come fa emergere Battista. «Cosa pensa il sindaco che parla di turismo e navi da crociera di questo ennesimo “regalo” fatto alla città? Con Tempa Rossa, poi, nessuna ricaduta occupazionale: solo compensazioni». Il problema dello smaltimento dei rifiuti è esteso fin dentro il perimetro del siderurgico. «Dentro l’Ilva esistono due discariche di cui nessuno parla e insistono su un territorio già martoriato, con ricadute sulla salute» dice la Ermellino, in riferimento alla “Mater Gratiae” e alla “Cava Due Mari”. «Come se non bastasse», prosegue, «è stata autorizzata con decreto la realizzazione di altri due impianti di smaltimento di competenza Ilva».
L’attenzione poi si sposta sul tema della raccolta differenziata. «A breve ci sarà una conferenza dei servizi perché sembra che del nuovo contratto Amiu se ne occuperanno figure esterne» rivela Battista. «Si parla di raccolta differenziata porta a porta, vedremo: nelle commissioni non se n’è ancora discusso. Qui siamo solo al 17% e il servizio è attivo solo a Talsano, Lama e San Vito. Qualcuno - conclude - dice che c’è stato un cambio di tendenza, noi vediamo solo degrado».
 
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