Le proposte dei cittadini per il Piano urbanistico generale

Le proposte dei cittadini per il Piano urbanistico generale
di Francesca CIURA
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Martedì 12 Dicembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:32
Immaginare una Taranto funzionale, intelligente, innovativa ed al passo coi tempi non è un sogno, ma l’inizio di un processo di cambiamento che di fatto è già in atto. Ed è sull’asse pubblico/privato/ associativo/culturale che la nuova classe politica ed amministrativa intende puntare per lanciare la sfida più importante che la città abbia mai affrontato, quella di un radicale cambio di passo.
L’idea dalla quale il Comune di Taranto intende partire è redigere, con modalità partecipative, un Piano Urbanistico innovativo che permetta ai cittadini ed ai turisti di usufruire, attraverso le nuove tecnologie, di tutti i servizi presenti in modo rapido ed intuitivo. Ma il nuovo Pug dovrà soprattutto preservare ciò che di prezioso la città custodisce esaltando la bellezza di un antichissimo passato di assoluto pregio culturale, artistico ed architettonico. Non solo: dovrà essere lo strumento di raccordo con le periferie, anche quelle più estreme, affinché il tessuto urbanistico si dipani in modo uniforme assicurando alle popolazioni residenti nuclei di vita umanizzata, in grado di soddisfare il bisogno dei cittadini (e dell’uomo) di crescere e svilupparsi, di accrescere la propria vita di relazioni. Insomma un mezzo che possa generare uno status psicologico dei tarantini che induca e li induca ad essere strumenti attivi della creazione architettonica, intesa come crescita continua e naturale di un organismo dinamico e versatile, al passo coi tempi ma custode attento del proprio passato e delle proprie tradizioni. Ma come fare per captare i desideri dei tarantini in merito alla città del futuro? La soluzione adottata è la più comune, ma nessuno sinora ci aveva mai pensato: formulare e distribuire a tutta la cittadinanza, agli studenti in particolare, un questionario all’interno del quale si chiede di esprimere la propria opinione (in forma anonima) in merito a diversi aspetti utili alla formulazione del Pug.
 
Si parte dal quadro familiare per poi passare alla sezione che riguarda il sociale, il centro della città, le periferie, le aree demaniali, il porto, le attività produttive, la grande industria, università, mare e campagna.
Per ogni tema il cittadino sarà chiamato a rispondere ad una serie di quesiti scegliendo di barrare la casella che riterrà più opportuna. Una sorta di libro dei sogni che spetterà poi agli addetti ai lavori ed alla popolazione mettere in pratica. Questa forma partecipativa per la costruzione del bene comune è stata presentata ieri nella sede dell’Università dal vicesindaco De Franchi e dall’assessore all’Urbanistica Scarcia, ai quali si sono affiancati gli ingegneri del Comune Nardelli e Sasso ed il professor Pagano delegato del Rettore Uricchio per il Polo universitario jonico. Assente il sindaco Melucci, impegnato a Bari per un incontro Anci. “Un nuovo approccio alla pianificazione” è stato il tema dell’incontro a cui hanno preso parte tantissimi studenti, alcuni rappresentanti del consiglio comunale, professionisti, accademici, mondo delle attività produttive, cittadini. « Quello che ci preme realizzare - afferma De Franchi - è ricucire i legami tra i settori pubblico e privato partendo dai luoghi della formazione per formulare quello che dovrà essere il disegno strategico urbanistico ma anche sociale dell’intera città di Taranto. Sarà una pianificazione che coinvolgerà in maniera viscerale tutte le forze sociali, produttive, formative, associative ed istituzionali locali».
La città ai tarantini quindi, che per la prima volta sono chiamati a costruire il proprio futuro. Dialogo, confronto, partecipazione: l’assessore all’Urbanistica, l’architetto Sergio Scarcia non ha dubbi «cominciare questo percorso in un maniera innovativa, intelligente e rapida, - ha detto - costituisce sicuramente un abbattimento dei tempi di realizzazione. Il questionario entrerà nelle case dei cittadini attraverso la porta del futuro, quella dei loro figli, perché saranno proprio i ragazzi i primi ad essere chiamati ad esprimersi».
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