«Banchine e pontili abusivi», sigilli in un cantiere nautico

«Banchine e pontili abusivi», sigilli in un cantiere nautico
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Mercoledì 28 Giugno 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 13:45
Mancano le autorizzazioni per pontili e banchine. Così nel cantiere nautico di San Vito scatta il sequestro da parte della Guardia Costiera. I militari, infatti, hanno inquadrato una serie di interventi nel cantiere conosciuto come “Luparelli”, gestito dalla società “Cantieri del Sud”. 
Su quelle opere è partita una verifica che ha fatto emergere una serie di anomalie. Tutte racchiuse in un rapporto che gli investigatori hanno girato al pm inquirente. E che ha spianato la strada al sequestro firmato dal giudice
L’altra mattina, quindi, gli uomini della Capitaneria di Porto sono tornati nel cantiere proprio per eseguire il provvedimento decretato dal gip su richiesta del sostituto procuratore titolare dell’indagine. 
Gli accertamenti a San Vito si inquadrano, peraltro, nell’attività che la Guardia Costiera ha avviato nelle scorse settimane con una più attenta vigilanza ne settore della manuetenzione e riparazione navale. 
Con una “campagna straordinaria di controllo sui bacini di carenaggio”, che ha riguardato anche l’attività cantieristica in genere. Un lavoro certosino iniziato già lo scorso anno, con mirate verifiche demaniali ed ambientali dirette ad accertare il rispetto delle autorizzazioni rilasciate e l’osservanza della vigente normativa di settore. In questo ambito, quindi, rientra anche l’accertamento condotto a San Vito con i dubbi sollevati sulla realizzazione di alcuni interventi nella zona del cantiere. Rilievi che sono stati condivisi dai magistrati che hanno optato per il provvedimento di sequestro. 
 
I militari del nucleo operativo difesa mare della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Taranto, quindi, hanno posto sotto sequestro opere e strutture, realizzate  su area demaniale marittima «senza titolo autorizzativo». 
I sigilli sono stati apposti ai lavori con i quali si è proceduto all’ ampliamento del molo di sopraflutto, mediante la realizzazione di una banchina con colata in calcestruzzo di circa 43,5 metri di lunghezza per 2 metri di larghezza destinata all’ormeggio di natanti. Nel mirino anche un pontile mobile delle dimensioni di un metro di larghezza e quasi undici metri di lunghezza, ancorato nello specchio d’acqua, un modulo di banchina galleggiante lungo oltre sedici metri e largo due metri e mezzo, ai quali erano ormeggiati un totale di 30 imbarcazioni da diporto. I più i militari hanno sequestrato un container del tipo abitativo, poggiato su un battuto in calcestruzzo, un gazebo con copertura in telo pvc, una struttura in legno di colore bianco adibita a frangisole realizzata sul battuto in calcestruzzo, e infine un’area adibita a distribuzione automatica di bevande e snack, realizzata mediante l’installazione di una pedana in legno poggiata sull’asfalto.
Tutte le opere sono ritenute dagli inquirenti «abusive poichè - come si legge nella nota diffuda dalla stessa Guardia Costiera - sono risultate realizzate in violazione delle pertinenti norme poste a tutela delle esigenze pubbliche demaniali, ambientali, edilizie e paesaggistiche e di conseguenza i titolari del Cantiere nautico sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria». Un quadro contro il quale, ovviamente, ora i titolari del cantiere potranno ricorrere per tentare di smontare le contestazioni che hanno portato al sequestro. Peraltro gli stessi accertamenti sono stati preannunciati dalla Capitaneria presso altri cantieri nautici della provincia di Taranto. Con una serie di ispezioni e verifiche che prenderanno il via già dai prossimi giorni. 
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