Autista aggredita sul bus: terzo caso in pochi giorni

Sassi contro un autobus dell'Amat
Sassi contro un autobus dell'Amat
di Claudio FRASCELLA
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Mercoledì 20 Luglio 2016, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 09:02
Quartiere Tamburi, aggredita con ingiurie e sputi una autista Amat. La donna è sotto choc, seguono denuncia e intervento sul posto di agenti della Polizia di stato e personale del 118. E’ il terzo episodio di bullismo subito dalla stessa dipendente dell’Azienda di trasporti urbani, per giunta nello stesso quartiere. Stavolta, però, ci sarebbero le immagini prodotte da un sistema interno al mezzo di trasporto e al vaglio degli uomini della Polizia di Stato. E la denuncia della stessa vittima, che stavolta non ha voluto sorvolare all’ulteriore episodio di violenza. Ad aggravare la posizione dei minorenni, l’ultima aggressione che alla donna avrebbe provocato un forte choc, tanto da ritenere necessario l’intervento di un mezzo di soccorso e il successivo trasporto della stessa vittima al Pronto soccorso.
 
Il primo di questo atto violento, un misto di bullismo e vandalismo, risale alle 22.30 circa di mercoledì 6 luglio. Il bus sul quale l’autista Amat viene aggredita per la prima volta è delle ultime corse della linea 1/2. Capolinea di piazza Gesù Divin Lavoratore. La scena sembra sbucata da una delle pagine di “Arancia meccanica”. Una frotta di ragazzini, una decina, sale sul bus. Urla, intona canzoni volgari. All’invito della donna-autista a contenersi, i ragazzini irrequieti rispondono con altre urla, volgarità, pugni e calcioni alle pareti del mezzo e ai sedili. E sputi. «Non volevo crederci – confessa la donna ai colleghi una volta giunta al capolinea – mi è sembrato di vivere una scena di uno di quei film dove ragazzini impuniti ne compiono di tutti i colori infischiandosene di avere a che fare con una donna che potrebbe essergli mamma; infine, a coronamento della bravata, sfottò e sputi».
Consigliata dai propri colleghi, la conducente del mezzo pubblico evita la denuncia, anche alla stessa Azienda di trasporti. Episodi simili, purtroppo, non fanno più notizia. Di aggressioni finite peggio ne abbiamo scritto nei mesi scorsi. Sembrava che il fenomeno avesse segnato il passo, invece solo impotenza e rassegnazione non avevano dato eco a storie come quest’ultima.

L’auspicio della donna e dei suoi colleghi è che l’episodio accaduto al quartiere Tamburi sia isolato. Lo stato di agitazione, invece, viene risvegliato poche ore dopo. Il mattino seguente, giovedì 7 luglio, la conducente Amat, stavolta alla guida di un bus della linea 15, destinazione Lido Azzurro, subisce un altro episodio di bullismo.
Stesse modalità del giorno prima, stesso branco. «Giunta sul posto – ricorda la donna – gli stessi ragazzini, in procinto di fare il bagno, mi riconoscono e si avvicinano quasi con gesto di sfida al mezzo del quale sono alla guida: anche stavolta sputi e parolacce; gli utenti a bordo del bus non intervengono; solo a bus in corsa, finita l’umiliante sfilza di parolacce e gli immancabili sputi, qualcuno invita a sorvolare; chiedo se tanta saggezza l’avrebbero avuta anche se al mio posto ci fosse stata una loro figlia, una nipote, la loro moglie: nessuna risposta». La donna anche stavolta sorvola.

Ogni pazienza, però, ha un limite. «Nulla ho potuto fare l’altra sera – conclude la conducente Amat – quando ho incrociato ancora la stessa decina di ragazzi, anche stavolta linea 1/2; a niente è servito spaventarli dicendo loro che una telecamera a bordo del bus stava riprendendo tutto: “Chi se ne frega!”, la risposta del giovanotto con più voce in capitolo all’interno del gruppo; di colpo ho sentito mancare il fiato, le gambe hanno cominciato a tremarmi, ho perso il controllo». Dunque, 113, 118, corsa al Pronto soccorso e, all’indomani, denuncia in Questura.
Oggi la donna dovrebbe tornare al lavoro. Assegnata prudentemente ad altra linea. In attesa di conoscere i risvolti della vicenda e le contromisure adottate da forze dell’ordine e azienda.
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