Regalie per non fare le multe e truffa: abbreviato per nove

Regalie per non fare le multe e truffa: abbreviato per nove
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Mercoledì 18 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 21:29
È prevista a partire dal 15 dicembre prossimo, davanti al gup del tribunale di Taranto dottor Benedetto Ruberto, l’avvio della definizione delle posizioni di diciassette persone coinvolte nell’inchiesta su alcuni agenti della ex polizia provinciale di Taranto, il cui organismo è ora sotto la giurisdizione della Regione Puglia.
Come è noto, il caso giudiziario nacque dopo la presunta induzione a dare o promettere utilità di cui si sarebbero macchiati due agenti nell’inchiesta diretta dal procuratore aggiunto dottor Maurizio Carbone.
Ieri, al cospetto del giudice dell’udienza preliminare, in nove hanno richiesto la definizione del procedimento attraverso il rito abbreviato.
Si tratta di Fabio Gentile, Giovani De Gennaro, Francesco Pietro Ponte, Leonardo Geminale, Giovanni Battista D’Amati, Pietro Marzolla, Giuseppe Ciriello e Giuseppe Putino. Questi imputati rispondono di quei fatti, alcuni di minore entità, ricostruiti dalla procura sulla base di indagini e intercettazioni.
Insieme con loro aveva chiesto l’abbreviato condizionato anche Antonio Carrieri. La sua richiesta era stata respinta e l’imputato ha poi optato per l’abbreviato secco.
A vario titolo e per imputazioni di natura differente, otto agenti della sezione regionale di vigilanza erano finiti nei guai nell’ambito del procedimento aperto dal dottor Maurizio Carbone.
Due esponenti dell’organismo di vigilanza erano stati sospesi con un provvedimento del gip dottoressa Patrizia Todisco e avevano poi presentato ricorso al tribunale in fase d’appello. Si trattava del tarantino Gentile di 34 anni e di Marzolla di 53, originario di Crispiano.
I due uomini sono accusati di truffa aggravata per aver timbrato il cartellino di servizio, nonostante nello stesso tempo, secondo la tesi accusatoria, avessero effettuato attività di svago e comunque private.
Altri due esponenti dello stesso organismo erano stati posti agli arresti domiciliari su ordinanza firmata dallo stesso giudice. Si tratta dei sovrintendenti dell’ex polizia provinciale di Taranto Antonio Marinelli, di 43 anni, nativo di Taranto ma residente a San Giorgio, che ieri ha optato per la definizione con l’ordinario, e di Carrieri, tarantino di nascita e residente a Carosino, che sarà appunto giudicato con l’abbreviato.
In particolare, Marinelli e Carrieri sono accusati di aver ottenuto “regalie” da alcuni soggetti per garantire loro l’immunità ed evitare multe e procedimenti penali, nell’ambito di verifiche effettuate nell’esercizio delle rispettive funzioni. Entrambi erano stati arrestati nel settembre dell’anno scorso dal gip Todisco con provvedimento di arresti domiciliari chiesto dall’accusa pubblica e successivamente revocato.
 
A carico dei due uomini sono contestati i reati di induzione indebita a dare e promettere utilità e di truffa aggravata per aver certificato indebitamente in una circostanza la presenza sul posto di lavoro.
Per la cronaca, il loro ricorso davanti al Riesame fu poi respinto.
Allo stato, sono otto gli appartenenti alla ex polizia provinciale chiamati in causa nel procedimento. Sei rispondono solo della presunta truffa della timbratura dei cartellini. Nove, invece, sono i privati cittadini che sono stati coinvolti per il concorso nei vari episodi ricostruiti dagli investigatori.
Il 15 dicembre sarà il pm a formulare le proprie richieste, con intervento della parte civile.
Il 9 gennaio e il 9 febbraio 2018 sarà la volta dell’intervento del collegio di difesa: ne fanno parte fra gli altri gli avvocati Egidio Albanese, Arcangelo Divitofrancesco, Gianluca Mongelli, Carlo Petrone e Ciro Trivisani.
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