Attività didattiche sospese oggi all’istituto “Pirandello”: tutti in marcia per la legalità

Attività didattiche sospese oggi all’istituto “Pirandello”: tutti in marcia per la legalità
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Mercoledì 26 Aprile 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 14:53
La corsa contro il tempo non è bastata. Perché i danni così estesi sono state ferite profonde per l’istituto “Luigi Pirandello”. E riparare la devastazione provocata dai vandali nella scuola di Paolo VI non è semplici. Da domenica mattina, quando i passanti si sono accorti delle finestre infrante all’esterno del plesso, la macchina organizzativa si è mossa per rendere quanto prima praticabili la scuola. Sono stati due giorni di intensi lavori, lunedì e anche ieri, per approfittare della pausa festiva e dell’assenza dei ragazzi nelle aule. Ma alla fine le attività didattiche sono state sospese. E oggi nel plesso “Pirandello” non si andrà a scuola. 
Ad annunciarlo è stata la dirigenza scolastica che, ieri, ha inserito la circolare sul sito web dell’istituto. “A seguito di atti vandalici - si legge nell’avviso - le attività didattiche, presso il plesso Pirandello - giorno 26 aprile 2017 saranno sospese. Sarà data ulteriore comunicazione”.
Probabilmente tutto tornerà alla normalità già da domani. L’amministrazione comunale, che è responsabile dell’edificio scolastico, ha attivato l’ennesima manutenzione straordinaria nell’edificio. 
Gli operai stanno lavorando attivamente per ristabilire la normalità. Se di normalità si può parlare in una scuola che è stata presa di mira già una decina di volte, delle quali tre negli ultimi mesi. Ma mai in questo modo, come è avvenuto nella notte tra sabato e domenica.
 
Gli idranti per la sicurezza antincendio sono serviti ad accendere la furia devastatrice dei vandali. Incuranti delle telecamere di sorveglianza, gli autori dell’incursione hanno infranto vetri e spaccato i muri in cartongesso nelle aule. Hanno divelto le prese elettriche, hanno intaccato persino i controsoffitti. A Paolo VI dove la scuola è avamposto di legalità, il ruolo della scuola viene messo in discussione da un manipolo di persone che usa il vandalismo come arma di guerra. Ed è per questo che, alla reazione “operativa”, quella fatta di cantieri e operai, si è affiancata la reazione fiera della comunità scolastica.
La dirigente scolastica Antonia Caforia ha lanciato un appello al quale hanno già risposto i genitori degli alunni dell’istituto e i docenti. 
La preside ha organizzato per oggi pomeriggio una marcia al grido di “Uniti contro la violenza”. «All’indomani del nuovo e più grave atto vandalico compiuto ai danni dell’Istituto di scuola secondaria di primo grado “Luigi Pirandello”, presso il quartiere Paolo VI - si legge nella nota in cui si annuncia la manifestazione - i docenti e tutto il personale della scuola, i genitori e gli allievi intendono rendere manifesta la determinazione a difendere la scuola e a resistere contro le tante e ignobili azioni di violenza di cui la scuola è stata fatta oggetto in questo anno scolastico, in maniera davvero inusitata». La marcia contro la violenza e per la difesa della legalità prevede un raduno proprio dalla sede di via Pastore alle 17. Si muoverà quindi dall’istituto Pirandello per attraversare il quartiere e raggiungere il plesso “Giovanni Falcone”, presso il quale hanno sede le classi di scuola primaria e le classi di scuola media dello stesso comprensivo. 
«La violenza non ha futuro. Questo il messaggio che le diverse componenti della scuola - spiega la dirigente nella sua nota - intendono lanciare e intorno al quale invitano a partecipare tutti i cittadini del quartiere e della città, le associazioni, le parrocchie, le scuole. La crescente barbarie a cui abbiamo assistito in questi mesi rafforza ulteriormente la convinzione che la scuola è presidio di legalità, ultimo avamposto di regole da rispettare, ma anche e soprattutto luogo di confronto e dialogo civile, estraneo a qualsiasi forma di violenza».
Dalla scuola intitolata al premio Nobel, lo scrittore siciliano Pirandello, si arriverà quindi all’altro plesso intitolato a Giovanni Falcone, il magistrato ucciso dalla mafia nella strage di Capaci. Luoghi simbolo di un quartiere, e più in generale di una città, che può risorgere dalla cultura ma soltanto se saprà vincere su chi vuole fare a pezzi la legalità e sostituirla con la legge imposta dalla malavita e dalla delinquenza. 
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