Il sindaco si rivolge al ministro: «Vertice sul caso Marcegaglia»

Il sindaco si rivolge al ministro: «Vertice sul caso Marcegaglia»
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Martedì 28 Marzo 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 18:11
Un incontro urgente sul caso Marcegaglia. Questa la richiesta inviata dal sindaco di Taranto Ippazio Stefàno al ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda. Una lettera, spedita anche al ministro Claudio De Vincenti, con la quale il primo cittadino ha voluto sottolineare il dramma dei lavoratori tutti raggiunti da una lettera di licenziamento. «Scrivo - si legge nel documento fimato da Ippazio Stefàno - per chiedere di affrontare la dolorosa e preoccupante situazione dei lavoratori dell’azienda Marcegaglia che, dopo aver superato periodi bui alla Belleli, da quindici anni vivono in una situazione di continua incertezza.    L’azienda Marcegaglia con il Governo e la Regione ha garantito la Cigs per un periodo lungo e in questi anni molte delle unità in forza presso l’Azienda sono andate in pensione: infatti oggi ne sono rimasti solo 84, quasi la metà della forza lavoro prima del 2014. Ora - ricorda il sindaco - tutti hanno ricevuto la lettera di licenziamento e sono, quindi, nelle liste di mobilità. Ho recepito la loro preoccupazione per il futuro e quello delle loro famiglie. Si tratta - spiega il sindaco - dell’ennesima vertenza che vede Taranto protagonista in negativo nel senso che ancora una volta rischia la perdita di importanti e qualificati posti di lavoro. È un lusso che questa comunità non si può permettere tanto è il livello di allarme sociale che grava sul nostro territorio e questo nonostante l’impegno del Governo sui temi di rilancio di Taranto». Il sindaco, inoltre ha voluto porre l’accento anche sugli impegni precisi del Ministero e della Regione considerato che a maggio scade l’accordo che tiene ancora in vita la speranza per un futuro lavorativo delle 84 unità correndo il rischio che la Marcegaglia si sfili definitivamente a costo zero lasciando tutti i lavoratori al loro destino. «Occorre lavorare con immediatezza - conclude il sindaco tarantino - per garantire ai lavoratori sicurezza occupazionale ed è per questa importante azione di tutela che richiedo d incontro urgente con i sindacati e i lavoratori.
 
Intanto dopo le manifestazioni degli ultimi giorni, l’azienda Marcegaglia ha contattato i segretari generali di Fim , Fiom e Ui lm dando la propria disponibilità a riaprire la discussione sulla vertenza in atto. «C’è disponibilità dell’azienda- si legge nella nota dei sindacati - a fissare, entro il 5 aprile, una riunione ad hoc con le organizzazioni sindacali.
Fim, Fiom e Uilm - si legge ancora - ritengono questo un primo segnale significativo da tradurre in fatti concreti, rispetto alle prospettive dei lavoratori coinvolti». 
Si tratta di poco più di ottanta tra operai e impiegati che nei giorni scorsi ha dato vita ad sit-in sotto la prefettura di Taranto. A maggio scade l’accordo per reindustrializzare il sito jonico “Marcegaglia Buildtech” e, se non ci saranno ulteriori novità, quello stabilimento non avrà un futuro. Sindacati e lavoratori quindi, si sono presentati sotto Palazzo del Governo per invocare, lo stesso incontro al ministero dello Sviluppo economico di cui ha parlato Stefàno nella sua lettera al ministro Calenda. 
I sindacati metalmeccanici, infatti, hanno alzato il tiro sulla vertenza che a breve vivrà l’importante scadenza di maggio. Per quella data, infatti, gli ottanta lavoratori non saranno più in mobilità e senza ulteriori interventi rischiano di restare senza alcuna copertura. Il gruppo Marcegaglia, infatti, dopo aver cercato inutilmente di reinventare le proprie attività - dalla carpenteria pesante (caldaie industriali) alla produzione di pannelli coibentati e, infine, alla fabbricazione di lamine per applicazioni nel fotovoltaico - a ottobre 2013 ha scelto il fermo produttivo dello stabilimento tarantino. Dopo il tentativo, con tanto di comunicati ufficiali del ministero e dichiarazioni entusiastiche, poi fallito di passaggio alla Otlec, azienda risultata in concordato fallimentare, i sindacati hanno spuntato una sorta di clausola: si impegnava Marcegaglia, tramite un’agenzia di scouting, a ricercare un nuovo soggetto interessato a reindustrializzare il sito con il conseguente riassorbimento di tutti i lavoratori nei successivi diciotto mesi. La dead line è fissata tra due mesi. E ad oggi non è stata ufficializzata alcuna trattativa con un nuovo acquirente. Anzi, nell’ultima riunione in Regione presso la task force sul lavoro coordinata da Leo Caroli, ai sindacati era stato assicurato che ci fosse un possibile subentrante seppur coperto da assoluto riserbo. Ebbene anche questo è volato via: il gruppo Seri ha preferito reindustrializzare il polo campano della Whirlpool con l’avvio di una nuova attività e un progetto industriale per la produzione di celle al litio per accumulatori elettrici. Un investimento di circa 40 milioni di euro nei prossimi due anni che sarà in grado di garantire almeno 75 posti di lavoro entro il mese di settembre 2018. 
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