Impianti sportivi pochi e fatiscenti, società in calo: Taranto al 106° posto in Italia su 110 città

Impianti sportivi pochi e fatiscenti, società in calo: Taranto al 106° posto in Italia su 110 città
di Nicola SAMMALI
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Sabato 19 Agosto 2017, 05:30
Sacrificio, sudore, impegno e strutture adeguate. Fare sport è quell’esercizio fisico e di spirito che mescola il talento, la volontà, i polmoni, il cuore, la testa. Con lo sport si coltivano sogni e successi, ma spesso tutto il lavoro, la passione e quella naturale propensione personale alla sfida è vanificato dalla mancanza di impianti conformi alle esigenze di atleti agonisti e anche amatoriali. In altre parole è tremendamente difficile allenarsi, oppure ospitare e partecipare a competizioni sportive, se non ci sono posti attrezzati e dignitosi per farlo o se addirittura vengono lasciati e dimenticati in stato di abbandono e degrado.
Prendiamo Taranto, per esempio. Scorrendo la classifica pubblicata da Il Sole 24 Ore sull’Indice di sportività delle province italiane, ricerca curata dal Gruppo Clas, la troviamo in basso, giù al 106° posto su 110. Non potrebbe essere altrimenti, considerato il contesto sociale, economico e non di meno ambientale della città. Non può consolare il fatto che il problema più in generale riguardi il Sud al cospetto del Nord, perché il divario, la distanza che separa Taranto dalla prima classificata Trieste non è solo geografica, espressa in chilometri, ma è la misura dell’attenzione, delle risorse, e dei progetti che le amministrazioni pubbliche riservano allo sviluppo delle attività sportive sul territorio. Attività che hanno più funzioni: formativa, educativa, sociale. Se mancano le strutture le società sportive fanno fatica a crescere, le famiglie se possono permetterselo colmano lunghe distanze – queste sì, in chilometri – per trovarne una che faccia al caso, i bambini hanno difficoltà a dedicarsi a discipline che non godono della giusta considerazione e le periferie continuano a rimanere lontane. Come Trieste e Taranto. 
 
Nella sezione “Sport e Società” della classifica, Taranto occupa il 105° posto, mentre nei settori “Sport di squadra” e “Sport individuali” è al 107° e 83° posto. Le 30 graduatorie e gli indicatori di base che caratterizzano la classifica non riservano sorprese positive. Si passa dal 92° posto dei “Tesserati Coni” al 24° posto alla voce “Tennis” (Sport Individuali, è l’effetto Roberta Vinci)) e di nuovo in fondo al 104° posto per il “Ciclismo”. Numeri che si spiegano proprio con l’assenza di impianti sportivi, fatta eccezione per lo Iacovone B e il campo di gioco al quartiere Tramontone. La struttura del campo scuola alla Salinella vuota e silenziosa, con la pista d’atletica ricoperta da erbacce alte, è da anni un non luogo che testimonia, insieme al vicino fatiscente PalaRicciardi, il fallimento delle politiche in materia di sport in città. 
È così che le società sono costrette a fittare dai privati gli spazi necessari. Oppure altre spariscono o si ridimensionano, costrette a spostarsi qua e là in provincia, faticando a portare avanti le tante iniziative. Pensiamo alla squadra di baseball, alle difficoltà del rugby. Ai Tamburi, poi, ci sono ben due strutture chiuse: una a causa dell’inquinamento dovuto alla vicinanza del parco minerali dell’Ilva, l’altro sembrerebbe per mancanza di fondi. Anche Paolo VI ha il suo impianto sportivo mai inaugurato, per non parlare della struttura di via Cugini – oltre il muraglione dell’Arsenale Militare – che le scuole calcio non riescono a sfruttare per via di orari incompatibili. La classifica che vede Taranto agli ultimissimi posti per indice di sportività fotografa una realtà che necessita di cambiare marcia e rotta, sarà compito della nuova amministrazione cercare di restituire al più presto, e senza pericolose scorciatoie, dignità allo sport a Taranto. Cominciando proprio da quelle strutture che possono essere recuperate e messe subito a disposizione dei cittadini. 
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