Problemi alla statale 174, ora è "guerra" tra Anas e Acquedotto Pugliese

Problemi alla statale 174, ora è "guerra" tra Anas e Acquedotto Pugliese
di Lino CAMPICELLI
3 Minuti di Lettura
Martedì 24 Maggio 2016, 06:41 - Ultimo aggiornamento: 14:24
Il sequestro di un tratto della statale 172 ha scalfito il tacito patto di non belligeranza fra Anas e Acquedotto pugliese. La prima ha inviato atti di diffida al secondo, invitandolo a risolvere presto i problemi legati al depuratore di Martina. Aqp ha risposto alla missiva, bollando le diffide ricevute come «illegittime per difetto di legittimazione».
«Tutti i danni scaturiti da questa situazione ricadranno su di voi», aveva sostanzialmente tuonato il gestore della società stradale, attraverso la serie di atti inviata dall’avvocato Egidio Albanese. L’Anas, in pratica, ritiene che tutta questa situazione si riverberi in una serie di danni ingenti alla sua immagine e alle sue casse, messe a disposizione per interventi provocati dalle infiltrazioni nel terreno di un depuratore che non funziona.
 
«Gli atti di significazione che qui si contestano sono privi di pregio in quanto non eseguibili in fatto e in diritto», ha risposto il direttore generale di Aqp Nicola Di Donna, evidenziando al contrario come la condotta dell’Acquedotto pugliese non possa essere ritenuta responsabile di alcunchè, soprattutto in questa fase.
E ciò in quanto la nomina di un custode-amministratore giudiziario sia della Statale 172 che del depuratore (con delega tecnica trasferita dal presidente della Regione all’ingegner Barbara Valenzano) impedisce alla stessa società Aqp di attivare iniziative autonome.

«Con la nomina di un custode-amministratore», ha infatti scritto Di Donna in risposta all’Anas, «Aqp non può intraprendere alcun intervento, ma si deve limitare solo a fornire il supporto tecnico necessario, così come richiesto dai delegati della custodia/amministrazione, senza essere titolari di alcun potere decisionale».
In sostanza, ha fatto sapere il direttore generale Di Donna, tutto ciò che avviene, è avvenuto e ancora dovrà avvenire, nella gestione delle risoluzioni tecniche non può essere imputato alla responsabilità dell’Acquedotto pugliese.
Evidenziato questo, la società delegata all’approvvigionamento idrico-potabile nella Regione Puglia ha tuttavia usato toni concilianti con l’Anas, allorchè ha spiegato che «ad ogni buon conto si ritiene di dover rappresentare che Aqp ha già proceduto alla caratterizzazione del fango/terreno da rimuovere, come richiesto dal tecnico delegato dal custode del recapito ed ha affidato a ditta specializzata le prove geologiche dell’area individuata come possibile recapito finale temporaneo alternativo».

Sul punto, peraltro, Aqp ha messo in rilievo come «l’azione risarcitoria paventata da codesta società» sia da ritenere frutto di una «apodittica affermazione priva di fondamento».
Ed ha spiegato il perchè: «Al contrario, Aqp può dimostrare documentalmente di aver fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità negli ultimi dodici anni per risolvere la problematica dell’adeguamento del depuratore di Martina Franca e del suo scarico con notevole impegno di risorse, sia umane che finanziarie».
L’Aqp, in ogni caso, ha informato l’Anas, «in uno spirito di ampia collaborazione istituzionale», che sarà «cura e premura notiziare circa gli sviluppi della vicenda e delle ulteriori decisioni che il delegato della Regione vorrà intraprendere, atteso che Aqp, si ribadisce, non può intraprendere alcuna autonoma iniziativa».
© RIPRODUZIONE RISERVATA