Pesce, soldi e pranzi per non fare le multe: nei guai nove agenti

Pesce, soldi e pranzi per non fare le multe: nei guai nove agenti
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Martedì 17 Gennaio 2017, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 21:02
Soldi, pesce fresco, olio e persino un pranzo per 14 persone. Pagare, insomma, sotto varie forme, per evitare multe e accertamenti. Ma anche un pizzico di assenteismo, magari per dedicarsi ad una gita in barca. 
C’è un po’ di tutto nel procedimento nel quale figurano imputate 17 persone, tra le quali 9 agenti della Polizia Provinciale. Per tutti è scattata la richiesta di rinvio a giudizio firmato dal pm Maurizio Carbone, titolare del procedimento che, la scorsa estate, ha portato all’arresto di due persone. Già perché l’indagine sui presunti abusi e favori contestati agli uomini della Provinciale era esplosa proprio con i provvedimenti restrittivi ai domiciliari disposti per due sovrintendenti. Nella rete dei carabinieri finirono Antonio Marinelli e Antonio Carrieri, tarantini rispettivamente di 42 e 44 anni. Il mandato di cattura nei loro confronti venne spiccato dal gip Patrizia Todisco su richiesta del pm Carbone, con le accuse di induzione indebita e truffa aggravata. Contro i due uomini una informativa corposa nella quale i carabinieri hanno raccolto e riassunto i dettagli di un lungo lavoro di monitoraggio. Nella relazione, però, sono confluiti anche gli atti che hanno portato all’incriminazione degli altri agenti e dei beneficiari dei presunti favori in cambio delle “attenzioni” in soldi e natura.
 
Secondo gli inquirenti, i due imputati principali nell’estate di quattro anni fa fermarono in una strada provinciale un autocarro. Alla guida un uomo che sarebbe stato sprovvisto della patente C, necessaria per mettersi al volante di uno di quei mezzi. Il conducente, però, avrebbe dribblato multa e problemi infilando una banconota da cinquanta euro nella carta di circolazione consegnata agli agenti. 
Di quella prassi, però, giunse notizia anche ai carabinieri che predisposero i controlli. E le indagini condotte sotto la supervisione del pm Carbone hanno fatto emergere un quadro accusatorio fatto di malcostume e furberie. Decisivo, in questo senso si è rivelato il ricorso alle intercettazioni.
Proprio l’attività tecnica ha permesso agli inquirenti di illuminare diversi episodi che hanno puntellato i sospetti nei confronti dei due sovrintendenti allargando il campo dell’inchiesta anche a loro colleghi. Scorrendo le imputazioni messe nero su bianco dal magistrato, quindi, si scopre che ogni occasione sarebbe stata buona per incamerare benefit illeciti. Già perché gli occhi dei due sovrintendenti si sarebbero chiusi anche su abusi di natura edilizia oltre che su violazioni del codice della strada. 

Sintomatica, la vicenda con al centro i lavori di ristrutturazione di un immobile di Martina Franca. Il cantiere sarebbe stato avviato in assenza di licenza edilizia. Per sorvolare sulla violazione, quindi, i due sovrintendenti avrebbero indotto il proprietario, titolare di un ristorante, a organizzare il pranzo per festeggiare il battesimo della figlia di uno dei due agenti. Una tavolata per quattordici persone per la quale non venne pagato il conto. I due, inoltre sono accusati di truffa per aver segnato la loro presenza mentre in realtà si dedicavano ad una gita in barca. 

Una ipotesi di assenteismo che è contestata anche ad altri due agenti. Mentre per altri cinque è scattata la contestazione di peculato. Avrebbero utlizzato la vettura di servizio per sbrigare faccende personale e fare acquisti, con tappe anche fuori dal territorio della provincia.
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