Voleva uccidere entrambi i figli. Ecco come si è salvato il 14enne accoltellato dal papà

Voleva uccidere entrambi i figli. Ecco come si è salvato il 14enne accoltellato dal papà
di Francesco CASULA
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Martedì 9 Ottobre 2018, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 11:50
«La mamma sta là dentro, entra». È l'inganno teso dal 49enne tarantino al figlio 14enne poco prima di sferrargli una coltellata alla gola e, a distanza di un'ora, lanciare la figlioletta di soli 6 anni dal terzo piano riducendola in fin di vita. La piccola infatti è gravissima, lotta tra la vita e la morte.
Emergono nuovi inquietanti dettagli sulla tragedia che domenica pomeriggio ha sconvolto la comunità di Paolo VI e non solo. Una tragedia iniziata senza un motivo apparente, ma che nasce tra i dissapori tra il 49enne e la sua ex convivente e madre dei bambini con la quale avevano interrotto la relazione da qualche tempo. Tutto comincia nella tarda mattinata di domenica quando l'uomo si è recato a casa della sorella dove si trovava il figlio 14enne: l'ho ha visto affacciato al balcone e gli ha detto di scendere. «Dobbiamo andare a fare un servizio» gli avrebbe detto dalla strada. Il ragazzino lo ha raggiunto ed è stato condotto in viale 2 giugno, quella zona del quartiere Paolo VI dove sorge la Motorizzazione. Il padre lo ha portato vicino a un capanno, un manufatto che ha destato da subito qualche sospetto nel 14enne al punto che quando il padre gli ha chiesto di entrare si è rifiutato. L'uomo ha insistito affermando che la madre del ragazzo fosse all'interno, ma neppure questo è bastato a convincere il ragazzo. Il 49enne, a quel punto, lo ha bloccato per un braccio e ha tirato fuori il coltello tentando di colpirlo alla gola: la prontezza del ragazzino, però, gli ha permesso di schivare in qualche modo l'arma riportando solo qualche ferita di striscio. È riuscito a liberarsi e a correre via.
Ha trovato rifugio a casa della sorella del padre: il marito della donna vista la situazione lo ha accompagnato in ospedale. A quel punto il 49enne è tornato a casa della madre dove viveva da quando aveva chiuso i rapporti con la sua ex convivente. Lì c'era anche la figlia di 6 anni. Da qualche giorno era in quell'appartamento: dopo la fine della storia con la madre dei ragazzi, infatti, anche i due figli vivono con uno dei genitori. In particolare la piccola vive con la madre che da qualche settimana è ospite della sorella in un comune della provincia ionica dove si trovava in quei momenti drammatici di domenica. Il 14enne, invece, vive con il padre nell'abitazione della nonna paterna. L'uomo in quei momenti non era sotto l'effetto di alcuna sostanza: i militari hanno accertato che, a differenza di quanto si è diffuso nelle scorse ore, l'uomo non era ubriaco. Anzi. Quando domenica, verso l'ora di pranzo, è tornato a casa non ha raccontato nulla ai parenti di quanto aveva fatto al figlio poco prima. Nulla quindi poteva far presagire, a sua madre e agli altri familiari, quello che stava per accadere. La tragedia si è scatenata quando l'anziana donna ha scoperto dell'accoltellamento del ragazzino per la chiamata di un parente: se n'è evidentemente lamentata con il figlio ed è stato a quel punto, secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori, che l'uomo ha perso la testa. Si è lanciato sulla bambina senza dare a nessuno la possibilità di intervenire e l'ha scagliata dalla finestra. Quando i parenti sono corsi per le scale per sincerarsi delle condizioni della bambina ne ha approfittato per barricarsi in casa. Per un'ora ha impedito ai carabinieri di entrare fino a quando i militari sono riusciti a sfondare la porta dell'abitazione: a quel punto l'uomo ha addirittura inveito contro i carabinieri che sono riusciti a bloccarlo ed arrestarlo.
Dopo le formalità in caserma è stato trasferito nel carcere di Taranto dove ha trascorso la notte in isolamento: una misura di sicurezza per evitare che l'uomo possa venire a contatto con altri detenuti, ma non solo. Il 49enne è tenuto d'occhio costantemente per evitare che possa diventare anche un pericolo per se stesso. Domani mattina, proprio nell'istituto penitenziario, dovrà comparire dinanzi al giudice per le indagini preliminari Paola Incalza che dovrà decidere se convalidare il suo arresto, come richiesto dal pubblico ministero Filomena Di Tursi, o meno.
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