Crosetto nel mirino del Gruppo Wagner. L'intelligence italiana: «Su di lui una taglia da 15 milioni di dollari»

Dietro le minacce al ministro italiano ci sarebbe l'ex presidente russo Medvedev che ha dato disposizione al Gruppo Wagner di colpire

Crosetto nel mirino dei Wagner. L'intelligence italiana: «Su di lui una taglia da 15 milioni di dollari»
Crosetto nel mirino dei Wagner. L'intelligence italiana: «Su di lui una taglia da 15 milioni di dollari»
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 15:47 - Ultimo aggiornamento: 16:12

Mosca ha messo una taglia da 15 milioni di dollari sul ministro della Difesa Guido Crosetto. L'allerta, lanciata dall'intelligence italian, è arrivata ai vertici del governo ed è riportata dal quotidiano «Il Foglio». Dietro le minacce al ministro italiano ci sarebbe l'ex presidente russo Medvedev che ha dato disposizione al Gruppo Wagner di colpire: da sottolineare che i mercenari russi hanno due cellule in Europa.

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Cosa è successo

Per capire il perché di quello che sta succedendo, bisogna fare un passo indietro. Lunedì due membri del governo italiano, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello della Difesa Guido Crosetto, hanno commentato il recente grande aumento dell’arrivo di migranti via mare dal Nord Africa sostenendo che dietro possano esserci i mercenari russi del gruppo Wagner.

Prima Tajani, in visita in Israele, ha detto di essere preoccupato dal fatto che «molti migranti arrivano da aree controllate dal gruppo Wagner» e ha aggiunto di temere che ci possa essere «un tentativo di spingere migranti verso l’Italia».

Poi Crosetto ha detto in una nota inviata alle agenzie di stampa che «mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi africani».

In serata è arrivata la risposta di Yevgeny Prigozhin, imprenditore russo alleato del presidente Vladimir Putin e fondatore del gruppo Wagner. Sul canale Telegram del gruppo ha pubblicato un messaggio audio in cui ha respinto le accuse del governo italiano, dicendo che «non siamo al corrente di ciò che sta accadendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un mucchio di altri problemi da affrontare», e ha insultato il ministro Crosetto definendolo così: «È solo un coglione e un cazzaro»

 

 

La minaccia del Cremlino

La parola russa utilizzata da Prigozhin è «mudak»: assume diversi significati ma tutti di senso dispregiativo. Prima Crosetto aveva avuto un confronto con l’ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov. Un mese fa, quando il ministro della Difesa, replicando a una delle varie uscite scomposte di Razov, e spiegando il senso del sostegno militare italiano all’Ucraina, disse che la terza guerra mondiale scoppierebbe quando i carri armati di Mosca arrivassero a Kyiv

Ora la disputa è con il leader della PMC Wagner e la minaccia del Cremlino è reale, con tanto di taglia sulla sua testa. Quindici milioni di dollari. Questa, almeno, è la segnalazione arrivata ai vertici del governo da parte della nostra intelligence. L’allarme è arrivato la scorsa settimana, prima dunque che la baruffa sui migranti portasse Prigozhin a offendere sul suo canale Telegram Crosetto. All’origine delle inquietudini dei servizi italiani ci sarebbero, pare, gli sfoghi di rabbia contro gli italiani da parte di Dmitri Medvedev, l’ex presidente russo, da mesi ormai all’avanguardia della propaganda ultranazionalista e militaresca russa.

 

 

Crosetto nel mirino

La Russia ha una serie di personaggi rilevanti del mondo politico occidentale per cui non nutre tanta simpatia. Tra loro, Crosetto. Secondo il comparto dell’intelligence italiano, ci sarebbe una filiera ben definita, nella catena di trasmissione degli ordini che da Mosca potrebbe portare a Roma. La Wagner ha almeno due cellule in Europa: una nei Balcani, che si muove tra la Serbia e l’Albania; l’altra nei baltici, con sede in Estonia. Due manipoli di alcune decine di effettivi, da cui potrebbe staccarsi una pattuglia con l’obiettivo di compiere azioni mirate in Italia. I servizi di altri paesi, come la Polonia o la Francia, hanno d’altronde segnalato analoghi timori. Ma l’inserimento di un esponente di un governo del paese del G7 tra gli obiettivi dichiarati di una brigata al soldo del Cremlino è, evidentemente, qualcosa che segna un innalzamento del livello di rischio.

 

Il ruolo di Medvedev

Medvedev commentò l'episodio tra Crosetto e Razov su Telegram: «Uno sciocco raro». Il legame consolidato tra Vladimir Putin e lo stesso Medvedev è davvero forte: il secondo citato è l’unico a cui il despota del Cremlino abbia consentito di ricoprire pro tempore l’incarico di leader supremo della Russia, tra il 2008 e il 2012. C’è anche il fatto che oggi Medvedev è vicepresidente del Consiglio di sicurezza, un organismo di centrale importanza nell’architettura del potere di Putin al cui vertice c’è non a caso quel potentissimo Nikolai Patrushev che è stato a lungo generale dei servizi segreti russi. Quel che dicono, o ordiano, viene ascoltato e messo in atto dagli uffici di Mosca. Anche se si tratta del Gruppo Wagner: non è un caso che Medvedev si sia rivolto a loro. 

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