La richiesta dei 2 miliardi? La mail risale al 27 giugno ma per la ministra non esiste

La richiesta dei 2 miliardi? La mail risale al 27 giugno ma per la ministra non esiste
di Vincenzo DAMIANI
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Mercoledì 25 Luglio 2018, 18:59 - Ultimo aggiornamento: 19:00
L'e-mail inviata dalla Regione al ministero del Sud per chiedere lo sblocco di 2 miliardi porta la data del 27 giugno 2018, orario di inoltro 11.41. La lettera digitale è certificata ed è indirizzata al capo Gabinetto ministeriale, eppure secondo il ministro salentino, Barbara Lezzi, non è mai arrivata a destinazione. Almeno sino a lunedì. «Tre settimane fa Michele Emiliano ha messo un bel articolo sul giornale in cui dice di avermi chiesto 2 miliardi tramite una lettera indirizzata al gabinetto del ministero del Sud, dopo 3 settimane non è ancora arrivata», ha attaccato Lezzi lunedì scorso durante una conferenza stampa che aveva come oggetto il nodo ferroviario di Brindisi. Il ministro e il governatore pugliese hanno avuto un lungo battibecco sulla realizzazione del gasdotto Tap in Salento, ma durante l'acceso litigio, ripreso dalle telecamere, la senatrice salentina ha fatto un riferimento ad un articolo pubblicato dal Nuovo Quotidiano di Puglia nel quale si dava conto di un documento partito dagli uffici della presidenza della Regione Puglia in direzione Roma e con il quale Emiliano chiedeva lo sblocco di alcune risorse. Secondo la ricostruzione del ministro del Sud, l'e-mail non sarebbe mai arrivata a destinazione dopo tre settimane, il ministro quindi mette in dubbio che sia mai stata spedita.
Nuovo Quotidiano di Puglia ha potuto verificare che, effettivamente, la lettera è stata spedita: la data è quella del 27 giugno 2018 alle 11.41, mittente il capo gabinetto della Regione, destinatario il Gabinetto del ministero. Una certezza, quindi, c'è: la mail è partita, cosa sia successo dopo non è possibile saperlo con certezza. Il ministro giura di non aver mai ricevuto questa lettera, lo ha detto con toni sicuri e arrabbiati lunedì scorso. Questa vicenda rischia di compromettere i rapporti tra Regione Puglia e ministero, il duro confronto tra Lezzi ed Emiliano fa presagire una chiusura del dialogo. Anche dall'entourage del governatore non escludono questa ipotesi e si dicono pronti a dialogare direttamente con la presidenza del Consiglio.
L'obiettivo resta uno, ottenere quei due miliardi bloccati a Roma e che la Puglia rivendica sin dai tempi del governo Renzi. Non è, quindi, una questione di lotta politica, in ballo ci sono investimenti importanti per diversi settori economici pugliesi. A farne le spese, insomma, potrebbero essere solamente agricoltori, operatori turistici, imprenditori del terzo settore. I due miliardi reclamati dalla Regione rappresentano una fetta del Fondo sviluppo coesione 2014-2020, il tesoretto nazionale utile ad accorciare il gap Nord-Sud. Il Fsc alimenta anche i Patti sottoscritti dal governo Renzi con le Regioni meridionali nel 2016: la Puglia punta da tempo all'integrazione di 2 miliardi rispetto ai 5,7 inizialmente previsti. Su questo tema, il ministro del Sud e il governatore Emiliano hanno avuto già modo di confrontarsi a Roma nel primo incontro ufficiale dopo la nascita del governo Lega-M5S: Lezzi aveva aperto il canale d'interlocuzione anche sui 2 miliardi, seppur con cautela. I due miliardi, nei piani del governo regionale, servirebbero a dare sostegno a più settori: verrebbero impiegati per incentivare le imprese agricole, per potenziare le iniziative sul turismo, per aiutare la rigenerazione urbana e poi per l'efficientamento energetico, ambiente, inclusione sociale. Le somme extra-Patto, si legge nella lettera inviata ma pare non arrivata, sono state assegnate ai ministeri e sono la stragrande maggioranza: «È vero che alcuni ministeri, soprattutto quello delle Infrastrutture (a guida Graziano Delrio, ndr) hanno concertato con le Regioni le modalità di spesa. Ma è altrettanto vero che molti altri ministeri hanno totalmente ignorato l'interlocuzione».
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