Liste d'attesa lunghe? Ecco cosa cambia con la nuova legge e chi ci guadagna

Medici
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di Vincenzo DAMIANI
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Venerdì 22 Marzo 2019, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 09:11

Cosa cambia con l'approvazione della nuova legge per l'abbattimento delle liste di attesa? È la domanda che si stanno ponendo i pugliesi, bisognerà attendere la pubblicazione del testo definitivo sulla Gazzetta ufficiale per capire nel dettaglio come verranno amalgamati gli emendamenti bipartisan approvati mercoledì sera dal consiglio regionale con il resto del testo originario della proposta di legge Amati.
Da una prima analisi quello che emerge è che il documento depositato nel gennaio del 2018 dal consigliere del Pd è stato scompaginato, la principale differenza riguarda l'articolo tre. Cosa sancisce? Su proposta del consigliere Paolo Pellegrino, sostenuta dalla giunta Emiliano e da Direzione Italia, viene stabilito che il direttore generale dell'Asl, per far fronte alle liste di attesa, può acquistare le prestazioni (visite ed esami) da operatori accreditati esterni per le branche di riferimento in extra budget, cioè sforando il tetto di spesa previsto ad inizio anno dalla Regione Puglia. Questa è la principale novità rispetto anche all'attuale sistema. Mentre la proposta Amati, in prima battuta, individuava un altro rimedio: in caso di disallineamento superiore ai cinque giorni dei tempi tra le prestazioni offerte dai privati e quelle delle Asl, sarebbe stata momentaneamente sospesa l'attività libero-professionale del medico per potenziare il servizio pubblico. Approcci al problema diametralmente opposti e proprio su questo punto la maggioranza di centrosinistra si è divisa, con la giunta Emiliano che ha appoggiato la proposta di Paolo Pellegrino.
La norma approvata inserisce altre novità: ad esempio, la possibilità per le Asl di richiedere, in via eccezionale e temporanea, prestazioni aggiuntive ai propri medici dirigenti (esperienza breve ma fallimentare già sperimentata durante il governo Vendola); l'incremento delle ore di lavoro degli specialisti ambulatoriali interni già in servizio o l'attivazione di nuove ore di specialistica ambulatoriale interna con stipula di rapporti convenzionali a tempo determinato; oppure la possibilità per il paziente di chiedere che l'esame venga effettuato nell'ambito dell'attività libero-professionale intramuraria ponendo a carico dell'Asl il pagamento della prestazione (in realtà questo è già possibile da diversi anni ma in pochi lo sanno). Inoltre, ogni due mesi i manager delle aziende sanitarie dovranno pubblicare sul sito internet le liste di attesa, che saranno monitorate dalla giunta regionale. Le prenotazioni dovranno passare solamente attraverso i Cup ed è previsto un sistema di recall per avere la conferma dal paziente della prenotazione. Chi non si presenterà nel giorno previsto, senza aver dato disdetta almeno 48 ore prima, sarà obbligato a pagare lo stesso l'esame o la visita, anche se esente dal pagamento del ticket. I direttori generali che non riusciranno a centrare l'obiettivo della riduzione delle liste di attesa potranno anche essere licenziati. La norma divide anche il mondo sanitario e i sindacati.
«Complimenti: avete rimesso in piedi l'extrabudget, e così, facendo finta di difendere i medici dipendenti del sistema sanitario, favorite quelli che lavorano nel privato. Bella mossa», è la critica mossa da Tommaso Fiore, medico rianimatore ed ex assessore alla Sanità, su facebook in risposta ad un post dell'assessore Giovanni Giannini.
A complimentarsi con il governo Emiliano è invece il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, il barese Filippo Anelli: «La legge - commenta - rappresenta una risposta efficace ai bisogni dei cittadini e rimette al centro dell'azione di politica sanitaria i pazienti, che otterranno la prestazione in ogni caso, attraverso il canale ordinario o attraverso i nuovi meccanismi individuati dal provvedimento, ovvero l'intramoenia o l'acquisto in extra budget di prestazioni da strutture o specialisti accreditati esterni. Ringrazio personalmente il presidente Emiliano per aver accolto le preoccupazioni espresse dalla classe medica».
Non soddisfatto, invece, il segretario generale dello Spi Cgil Puglia, Gianni Forte: «Quello che è accaduto sulle liste di attesa sostiene - negli ultimi mesi e culminato con l'approvazione di una legge alquanto raffazzonata consente di far emergere un dato politico che né l'iniziativa sindacale, né l'azione del Consigliere Fabiano Amati, comunque meritoria e coraggiosa, è riuscita a smontare: la giunta regionale è rimasta condizionata dalla pressione di alcune organizzazioni dei medici».

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