Papà e congedi parentali, è boom: in 10 anni sono aumentati del 38%

Solo nel 2021 ne hanno usufruito 155.845 papà, su un totale di 400 mila nascite

Papà e congedi parentali, è boom: in 10 anni sono aumentati del 38%
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Domenica 19 Marzo 2023, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 21:22

Sebbene il lavoro di cura dei figli rimanga in Italia un appannaggio prevalentemente femminile, i padri hanno iniziato a riappropriarsi del loro ruolo in famiglia e non vogliono più rinunciare al tempo speso con i figli a causa degli impegni lavorativi. Se ancora oggi sono le donne a dover rinunciare alla carriera o addirittura al posto di lavoro, perché gli impegni a casa diventano un impedimento alla loro vita professionale, qualcosa finalmente si muove nell’universo della paternità.

Questa l’analisi di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita delle bambine e dei bambini e garantire loro un futuro, che in occasione della Festa del papà, sottolinea la diminuzione graduale e costante nell’ultimo decennio nel nostro Paese del divario tra donne e uomini nella cura genitoriale, nonostante permanga un forte squilibro di genere.

I segnali

Un segnale positivo viene dalla crescita, seppure lenta e graduale, del numero dei papà che richiedono i congedi di paternità.

Alla sua introduzione, nel 2012 il congedo di paternità prevedeva un solo giorno obbligatorio e due facoltativi, mentre oggi garantisce 10 giorni obbligatori e uno facoltativo ai neopapà ed è fruibile tra i due mesi precedenti e i 5 successivi al parto. Il tasso di utilizzo del congedo di paternità presenta un trend di crescita, passando dal  19,23% del 2013 al 48,53% del 2018 e attestandosi al 57,60% nel 2021. I padri che hanno chiesto il congedo di paternità nel 2021 sono stati 155.845, su un totale di 400mila nascite. Si tratta di un trend che non potrà che essere positivo anche nei prossimi anni, se si considera che questo tipo di congedo esclude i lavoratori autonomi e parasubordinati, e che fino all’agosto del 2022 mancavano i decreti attuativi che avrebbero permesso la sua fruizione anche ai padri lavoratori del settore pubblico.

Tuttavia, rispetto alla fruizione del congedo di paternità, una recentissima analisi ha messo in evidenza alcune disuguaglianze significative: ad usufruirne di più sono i padri che lavorano in imprese più grandi, con contratti a tempo indeterminato e a tempo pieno. A parità di caratteristiche individuali e sociali, c’è poi una differenza di circa 17 punti percentuali a favore di chi risiede al Nord del Paese rispetto a chi vive al Sud.

Aumentano i congedi dei papà

C’è anche da sottolineare come negli anni stia aumentando il numero di padri che usufruiscono anche dei congedi parentali facoltativi, rispetto ai quali dal 2022 sono state introdotte diverse novità proprio con l’applicazione della Direttiva europea del 2019, che aveva come obiettivo quello di colmare il divario di responsabilità di cura tra uomini e donne e favorire la parità di genere in ambito lavorativo e familiare.

La maggiore attenzione al tempo da dedicare alla cura dei figli porta, tuttavia, anche i padri a misurarsi con le rigidità del mondo del lavoro che storicamente hanno contributo a rendere per le mamme sempre più complessa la conciliazione dei tempi di cura e dei tempi di lavoro.

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