Trony fallito, chiusi 43 negozi in tutta Italia: a rischio 500 posti di lavoro

Fallimento Trony, chiusi 43 negozi in tutta Italia: a rischio 500 posti di lavoro
Fallimento Trony, chiusi 43 negozi in tutta Italia: a rischio 500 posti di lavoro
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Domenica 18 Marzo 2018, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 10:23
Su leggo.it gli aggiornamenti sul caso Trony. Le vendite on line continuano a fare vittime nelle catene di distribuzione tradizionale. Qualche giorno fa negli Stati Uniti ha buttato la spugna «Toys 'R Us» oggi in Italia hanno chiuso 43 negozi Trony, la catena di negozi di elettronica, per la dichiarazione di fallimento della società DPS. A rischio ci sono 500 posti di lavoro in tutto lo stivale.

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I negozi che oggi non hanno alzato la saracinesca sono in Liguria, Piemonte, Lombardia (dove sono a rischio 140 dipendenti con 9 punti vendita fra cui il negozio di San Babila) Veneto, Friuli e Puglia. In quest'ultima regione oggi è scattata la mobilitazione dei lavoratori con un sit-in davanti ad uno dei tre negozi di Bari. I dipendenti che, a Bari, sono coinvolti nelle conseguenze del fallimento sono una trentina ma in tutta la Puglia, dove ci sono 13 negozi Trony, i lavoratori a rischio sono circa 120, una fetta significativa particolarmente provata visto che dopo aver avuto un pesante taglio della busta paga a dicembre, a febbraio non hanno ricevuto gli stipendi. In Puglia l'unico negozio Trony rimasto aperto è quello di Taranto perché è rimasto in mano alla società Vertex.

«A livello nazionale - spiega Barbara Neglia della Filcam Cgil - le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil chiederanno un primo incontro al curatore fallimentare e in modo parallelo proveranno ad avere un confronto con il Ministero allo Sviluppo economico per cercare di trovare soluzioni alternative al licenziamento dei dipendenti». Al sit-in di Bari si è recato anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ha parlato con i lavoratori assicurando la propria disponibilità perché i posti di lavoro vengano salvaguardati. Preoccupati anche i clienti di Trony, che, senza alcun preavviso si sono viste chiudere le saracinesce. Alcuni di loro oggi avrebbero dovuto ritirare dei regali. I più preoccupati quelli che hanno aperto presso il negozio una lista di nozze.

La situazione della società Dps era in bilico da diverso tempo. L'azienda aveva chiesto un concordato preventivo che però non è stato giudicato percorribile dal giudice fallimentare che lo ha rifiutato decretando il fallimento. «Ora resta da gestire questa fase - dice Alessio di Labio responsabile nazionale di Filcams Cgil -. L'obiettivo è quello di individuare uno o più soggetti interessati a rilevare i 43 punti vendita. E poi chiedere un incontro sia al Mise e sia al ministero del Lavoro perché ci sarà da gestire la cassa integrazione dei lavoratori».

LA REPLICA A tutela del marchio Trony, delle nostre aziende e, soprattutto, dei nostri dipendenti e dei nostri clienti, riteniamo necessario fare chiarezza riguardo alle uscite stampa dei giorni scorsi in alcune delle quali si paventava l’imminente chiusura generalizzata dei punti vendita Trony.
Anzitutto vorremmo chiarire che il gruppo GRE, titolare del marchio TRONY, presente in Italia dal 1972, è composto da più società, tutte italiane, che detengono oltre 200 punti vendita TRONY distribuiti su tutto il territorio nazionale e contano oltre 3.000 dipendenti, con un giro d’affari complessivo di oltre un miliardo di euro. Alcuni organi di stampa hanno riferito delle difficoltà di alcuni punti vendita di proprietà di DPS Group. DPS Group, che è una delle società appartenenti al gruppo GRE, è proprietaria solo di alcuni dei sopracitati oltre 200 punti vendita TRONY, distribuiti solo in alcune regioni. La riferita situazione di difficoltà della DPS Group e dei suoi punti vendita in nessun modo può influenzare la restante rete di punti vendita ad insegna TRONY, gestita dagli altri soci GRE del tutto autonomi ed estranei alle vicende della DPS Group. Non è quindi possibile riferire genericamente i fatti in discussione al “marchio TRONY” come se le problematiche di uno dei soci riguardassero in qualche misura anche gli altri soci del gruppo o addirittura l’insegna nella sua totalità. Il gruppo GRE ribadisce la propria volontà di proseguire nello sviluppo sul territorio italiano, annunciando un piano che prevede per il 2018 circa 40 nuove aperture a marchio TRONY.
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