Xylella, dall'Ue il via libera al reimpianto di varietà d'ulivo tolleranti

Xylella, dall'Ue il via libera al reimpianto di varietà d'ulivo tolleranti
di Maria Claudia MINERVA
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Giovedì 19 Ottobre 2017, 16:52 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 13:31
Non è stato semplice, e ieri mattina qualche Stato ha fatto obiezioni anche su come scrivere la modifica in inglese, tanto che ad un certo punto si è temuto un nuovo rinvio. Poi la fumata bianca nel primo pomeriggio: la Commissione Europea ha, finalmente, votato per l’ok al reimpianto delle specie sensibili alla xylella fastidiosa, modificando l’articolo 5 della Decisione di esecuzione Ue numero 789 del maggio 2015, che attualmente disciplina le misure di contrasto al batterio, con la quale era stato invece introdotto il divieto di piantare nuove cultivar di ulivi in zone colpite dalla batteriosi.
Il via libera è arrivato nel corso della riunione del Comitato fitosanitario permanente per la Salute delle piante di Bruxelles, al termine della due giorni di seduta. Le nuove disposizioni introdotte, che ora dovranno essere recepite dalla Commissione e poi pubblicate sul Bollettino ufficiale, tengono conto delle richieste avanzate dall’Italia e prevedono la possibilità di reimpianto delle specie ospiti nella zona infetta (ad esclusione degli ultimi 20 km più a nord), con preferenza per quelle resistenti o tolleranti (leccino e favolosa); la possibilità di non abbattere le piante monumentali risultate non contaminate che si trovano nei 100 metri da una pianta infetta, a patto che venga protetta dal vettore e ispezionata periodicamente; la libera movimentazione dalla zona demarcata delle tre varietà di vite risultate non suscettibili (Negramaro, Primitivo e Cabernet Sauvignon). «Si tratta di un risultato importante – ha commentato il ministro Maurizio Martina, subito dopo l’ok europeo - ottenuto grazie al costante lavoro diplomatico fatto in queste settimane a Bruxelles. Ora dobbiamo ripartire, guardando al futuro dell’olivicoltura e dell’agricoltura salentina. Bene anche le misure di protezione rispetto alle importazioni dall’estero che danno più garanzie di sicurezza».
Nel nuovo testo modificato viene anche stabilito il rafforzamento delle ispezioni nei siti di produzione europei che coltivano sei specie, tra cui olivo, oleandro e mandorlo, identificate come ad alto rischio a causa dell’elevata sensibilità al batterio. Infatti, vale la pena ricordare che nella seduta del Comitato di settembre la votazione era saltata proprio perché non tutti gli Stati membri avevano digerito l’imposizione di controlli più stringenti. Ecco perché fino all’ultimo, benché la discussione fosse filata liscia, si è paventato che qualche cavillo burocratico potesse nuovamente mandare all’aria l’ok al reimpianto. «Non è stato un negoziato agevole ma possiamo dire di aver raggiunto gli obiettivi prefissati – hanno, infatti, confermato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore Leo di Gioia -. Numerose sono le modifiche apportate alla norma. La più rilevante per il nostro territorio è l’autorizzazione al reimpianto di oliveti nelle aree infette. Approvate altre due proposte avanzate dalla Regione Puglia in questi anni di negoziato con Bruxelles. La prima interessa l’importante distretto vivaistico salentino e concerne la deroga al trattamento con termoterapia delle barbatelle di Negroamaro, Primitivo e Cabernet Sauvignon. La seconda, di grande importanza, riconosce il valore degli ulivi secolari e monumentali i quali, se non infetti, non saranno abbattuti anche nel caso ricadessero nel raggio di 100 metri attorno ad una pianta infetta per essere, invece, isolati con reti e protetti dal contagio esterno attraverso pratiche agronomico-colturali».
La Commissione europea ha anche riconosciuto l’enorme sforzo sostenuto dalla Regione Puglia nel monitoraggio del territorio e la difficoltà di proseguire con la stessa intensità nel tempo. «Per questo ha rivisto la dimensione delle maglie di monitoraggio nella zona cuscinetto, consentendone la futura sostenibilità finanziaria ed operativa - hanno aggiunto Emiliano e Di Gioia -. Si tratta di un primo significativo risultato per risarcire il territorio e garantire un futuro al settore olivicolo salentino. L’autorizzazione al reimpianto, tra le modifiche più consistenti apportate, consentirà agli agricoltori e agli operatori olivicoli di rilanciare l’indotto economico e ai vivaisti della zona infetta di poter riprendere a produrre piante ospiti da commercializzare nella stessa zona. Dunque abbiamo reali opportunità di rilanciare il territorio e guardare con maggior ottimismo al futuro.
Questo grazie anche alle risorse del Psr (Piano sviluppo rurale) <CS9.7><CP9.7><CL9.8>Non è stato semplice, e ieri mattina qualche Stato ha fatto obiezioni anche su come scrivere la modifica in inglese, tanto che ad un certo punto si è temuto un nuovo rinvio. Poi la fumata bianca nel primo pomeriggio: la Commissione Europea ha, finalmente, votato per l’ok al reimpianto delle specie sensibili alla xylella fastidiosa, modificando l’articolo 5 della Decisione di esecuzione Ue numero 789 del maggio 2015, che attualmente disciplina le misure di contrasto al batterio, con la quale era stato invece introdotto il divieto di piantare nuove cultivar di ulivi in zone colpite dalla batteriosi.
Il via libera è arrivato nel corso della riunione del Comitato fitosanitario permanente per la Salute delle piante di Bruxelles, al termine della due giorni di seduta. Le nuove disposizioni introdotte, che ora dovranno essere recepite dalla Commissione e poi pubblicate sul Bollettino ufficiale, tengono conto delle richieste avanzate dall’Italia e prevedono la possibilità di reimpianto delle specie ospiti nella zona infetta (ad esclusione degli ultimi 20 km più a nord), con preferenza per quelle resistenti o tolleranti (leccino e favolosa); la possibilità di non abbattere le piante monumentali risultate non contaminate che si trovano nei 100 metri da una pianta infetta, a patto che venga protetta dal vettore e ispezionata periodicamente; la libera movimentazione dalla zona demarcata delle tre varietà di vite risultate non suscettibili (Negramaro, Primitivo e Cabernet Sauvignon). «Si tratta di un risultato importante – ha commentato il ministro Maurizio Martina, subito dopo l’ok europeo - ottenuto grazie al costante lavoro diplomatico fatto in queste settimane a Bruxelles. Ora dobbiamo ripartire, guardando al futuro dell’olivicoltura e dell’agricoltura salentina. Bene anche le misure di protezione rispetto alle importazioni dall’estero che danno più garanzie di sicurezza».
Nel nuovo testo modificato viene anche stabilito il rafforzamento delle ispezioni nei siti di produzione europei che coltivano sei specie, tra cui olivo, oleandro e mandorlo, identificate come ad alto rischio a causa dell’elevata sensibilità al batterio. Infatti, vale la pena ricordare che nella seduta del Comitato di settembre la votazione era saltata proprio perché non tutti gli Stati membri avevano digerito l’imposizione di controlli più stringenti. Ecco perché fino all’ultimo, benché la discussione fosse filata liscia, si è paventato che qualche cavillo burocratico potesse nuovamente mandare all’aria l’ok al reimpianto. «Non è stato un negoziato agevole ma possiamo dire di aver raggiunto gli obiettivi prefissati – hanno, infatti, confermato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore Leo di Gioia -. Numerose sono le modifiche apportate alla norma. La più rilevante per il nostro territorio è l’autorizzazione al reimpianto di oliveti nelle aree infette. Approvate altre due proposte avanzate dalla Regione Puglia in questi anni di negoziato con Bruxelles. La prima interessa l’importante distretto vivaistico salentino e concerne la deroga al trattamento con termoterapia delle barbatelle di Negroamaro, Primitivo e Cabernet Sauvignon. La seconda, di grande importanza, riconosce il valore degli ulivi secolari e monumentali i quali, se non infetti, non saranno abbattuti anche nel caso ricadessero nel raggio di 100 metri attorno ad una pianta infetta per essere, invece, isolati con reti e protetti dal contagio esterno attraverso pratiche agronomico-colturali».
La Commissione europea ha anche riconosciuto l’enorme sforzo sostenuto dalla Regione Puglia nel monitoraggio del territorio e la difficoltà di proseguire con la stessa intensità nel tempo. «Per questo ha rivisto la dimensione delle maglie di monitoraggio nella zona cuscinetto, consentendone la futura sostenibilità finanziaria ed operativa - hanno aggiunto Emiliano e Di Gioia -. Si tratta di un primo significativo risultato per risarcire il territorio e garantire un futuro al settore olivicolo salentino. L’autorizzazione al reimpianto, tra le modifiche più consistenti apportate, consentirà agli agricoltori e agli operatori olivicoli di rilanciare l’indotto economico e ai vivaisti della zona infetta di poter riprendere a produrre piante ospiti da commercializzare nella stessa zona. Dunque abbiamo reali opportunità di rilanciare il territorio e guardare con maggior ottimismo al futuro.
Questo grazie anche alle risorse del Psr (Piano sviluppo rurale) Puglia 2014-2020. «A breve - hanno sottolineato il governatore pugliese e l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari - pubblicheremo il bando della misura 5.2 per il ripristino del potenziale produttivo. E attiveremo una misura per gli investimenti aziendali specifica per le aziende olivicole salentine colpite da xylella fastidiosa.  La ricerca ha in questo percorso di rilancio un ruolo imprescindibile: servono nuove cultivar resistenti in grado di convivere con la fitopatia senza intaccare l’economia del territorio. Abbiamo pieno supporto da Bruxelles, sia di sostenibilità finanziaria sia operativa.  Come anche, lo auspichiamo, in sede nazionale avendo chiesto al Ministero un intervento anche attraverso un capitolo della legge di bilancio».
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