Xylella, l'Ue preme sui tagli
Di Gioia: serve una legge speciale

Xylella, l'Ue preme sui tagli Di Gioia: serve una legge speciale
di Maria Claudia MINERVA
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Martedì 1 Maggio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:31
La Regione conferma la venuta del commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, per le prossime settimane. Non solo. L’assessorato alle Risorse agroalimentari sta lavorando per far venire in Puglia anche il commissario Ue all’Agricoltura, Phil Hogan. «L’idea è questa - fa sapere l’assessore Leonardo Di Gioia - lo abbiamo invitato per proporgli un “piano xylella” che vada oltre agli strumenti utilizzati finora». Detto in parole povere, l’obiettivo è farsi assegnare ulteriori risorse in modo da rendere economicamente più pesante la misura 4.1C, destinata esclusivamente al batterio, in maniera che chi ha subito danni possa ricostituire al più presto il patrimonio andato perduto.
«Purtroppo siamo in presenza di un’infezione che non ha precedenti - ribadisce Di Gioia -. La xylella intacca in maniera significativa non solo la capacità produttiva ma anche la bellezza paesaggistica di un territorio che vive anche di un suo rapporto tra l’ulivo e il mare, tra la terra e il mare. Per quanto riguarda le attività da porre in essere, è di tutta evidenza che noi abbiamo cercato di attenerci a ciò che la scienza e la ricerca hanno potuto, fino a questo momento, indicarci come direzione di marcia, e devo dire ben poco. Se vogliamo metterla da un punto di vista molto pratico, non esistono rimedi, esistono dei palliativi che consistono nelle buone pratiche agronomiche, ma ad oggi nessun centro di ricerca nazionale ed internazionale è stato in grado di indicare soluzioni».
Quindi, allo stato attuale non c’è cura, motivo per cui l’Ue insiste con le misure da quarantena, ovvero abbattimenti di alberi infetti e nella zona cuscinetto anche di piante sane nel raggio dei cento metri da quelle malate. Ma i tagli vanno a rilento, ed allora Andriukaitis verrà in Puglia per verificare di persona lo stato dell’arte della batteriosi, ma soprattutto per disporre - idea peraltro già ventilata in passato - un innalzamento della fascia cuscinetto da 20 a 30 chilometri, spostando così il confine fino a raggiungere il Barese, ma anche l’area del Metaponto, in Basilicata. Nessuno ne parla, ma il rischio sostanzialmente è questo.
Dal canto suo la Regione Puglia giustifica il ritardo degli abbattimenti attribuendo la colpa ai moltissimi vincoli che hanno fermato e fermano ancora le ruspe.
 
«Non abbiamo potuto adottare immediatamente le misure fitosanitarie previste, per la presenza di vincoli vigenti sul territorio, dove sono ubicate la maggior parte delle piante infette - conferma, infatti, Di Gioia -. Al fine di superare le procedure previste dai predetti vincoli di diversa natura (beni paesaggistici, aree boschive, aree a pericolosità idraulica e a pericolosità geomorfologica, vincoli idrogeologici, vincoli ambientali), la Giunta regionale ha presentato un’apposita proposta di disegno di legge che il Consiglio regionale ha approvato con  Legge Regionale n. 64 del 22 dicembre 2017.
Ma per poter fronteggiare situazioni emergenziali come quella causata dalla batteriosi è necessario prevedere un quadro normativo statale che possa consentire l’applicazione immediata delle misure fitosanitarie in deroga ai vincoli previsti ed imposti da norme comunitarie, statali e regionali» aggiunge l’assessore.
Si teme anche per la produzione dell’olio. «Credo ci sia un quadro europeo che rischia di compromettere la produzione olivicola, giacché quasi il 50% di olio viene prodotto in Puglia - dice ancora Di Gioia -. Siamo in una regione tra le più performanti, il Salento con 12 milioni di piante d’ulivo era una parte importante, un patrimonio che va ricostituito». Da qui la necessità di far venire in Puglia anche il commissario all’Agricoltura. Solo Hogan, infatti, può decidere, una volta presa visione di quanto sia compromesso il territorio, di assegnare ulteriori risorse da aggiungere alla misura 4.1C, che può già contare 32 milioni di euro.
Nel frattempo si procede con il monitoraggio, quest’anno allargato alla zona indenne. Anche questo fa parte delle attività richieste dall’Ue, che, vale la pena ricordare, sta comunque andando avanti con la procedura di infrazione scattata - ricorda l’assessore Di Gioia «non a causa delle mancate pratiche agronomiche, ma perché non si riesce a tagliare gli alberi nei tempi prescritti da Bruxelles, quello che spaventa è l’inefficienza di tagli. In più ci sono i ricorsi al Tar dei soggetti che impediscono e interdicono gli abbattimenti sui propri terreni, con tutte le lungaggini derivanti da quelle che sono le procedure amministrative. Tutto questo si traduce in una inefficienza che viene sanzionata con la procedura di infrazione. Sarebbe forse il caso di immaginare una legge speciale, che possa consentirci in deroga pure a principi di tutela ella proprietà privata di abbattere gli alberi per via di questa assoluta preminenza del rischio fitopatologico».
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