Aumenta la povertà, non solo estrema, a Bari. E i dati parlano chiaro. Sono 23mila – secondo i numeri consegnati al Nuovo Quotidiano di Puglia dall’assessorato al Welfare - le persone in povertà assoluta nel capoluogo pugliese che rappresentano il 14% della popolazione.
I numeri
Sono 11183 persone (7,3% popolazione) quelle in difficoltà, ovvero che arrivano in affanno alla fine del mese; e 11600 persone (7,6%) a rischio povertà. Prima la pandemia, con le sue conseguenze economiche, sociali e psicologiche, poi i rincari dovuti all’inflazione hanno peggiorato il quadro della povertà. Portando numerosi nuclei a chiedere aiuto. Alle istituzioni e alle associazioni di volontariato.
«Stiamo registrando – commenta l’assessora al Welfare del Comune di Bari, Francesca Bottalico - un costante aumento di richiesta e sostegno da parte di cittadini e famiglie, sia in termini di servizi sociali e prestazioni (assistenza domiciliare, sostegno psicologico, mediazione familiare, interventi e visite sanitarie ed educative, ecc) sia in termini di contributi sociali ed economici».
La povertà si presenta stratificata. Sotto quella economica, la più evidente, cova un disagio, più difficile da individuare ma comunque impattante, di natura più complessa. «Che nasce da una separazione conflittuale, una violenza, un disagio psicologico, una dipendenza da gioco o patologica, una malattia, o una qualsiasi forma di solitudine», aggiunge Bottalico.
I bisogni primari
Uno specchio della sofferenza è rappresentato dai problemi per soddisfare i bisogni primari. «Le richieste sono più che raddoppiate agli empori e ai presidi diffusi sulla città.
Diventa così difficile anche curarsi. «Le povertà sanitarie colpiscono in particolare i giovani, le famiglie e gli anziani. Presso l’emporio socio sanitario e la farmacia popolare e la casa della salute dei bambini quotidianamente distribuiamo farmaci e o ed effettuano screening sanitari», conclude l’assessora Bottalico.