Mafia a Bari, le minacce per le elezioni: «Se non ci porta 500 voti gli faccio lo stomaco a pezzetti»

Mafia a Bari, le minacce per le elezioni: «Se non ci porta 500 voti gli faccio lo stomaco a pezzetti»
di Luigi LUPO
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Martedì 27 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 07:13

Promesse di denaro, ma anche l’offerta di una moto, di un’occupazione stabile e regolarizzazioni all’interno di stabili occupati abusivamente. E la possibilità di far curare un parente oncologico della famiglia del clan Parisi. Così Giacomo Olivieri, arrestato nel contesto dell’inchiesta “Codice interno”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, avrebbe ottenuto dalle organizzazioni criminali del territorio voti per la moglie Maria Carmen Lorusso, candidata e poi eletta alle comunali del 2019 con la lista “Di Rella Sindaco”, poi passata in maggioranza con “Sud al Centro”. L'accusa per entrambi è di "ingerenza elettorale politico-mafiosa, in particolare di consorterie criminali di stampo mafioso, nelle consultazioni amministrative per le elezioni comunali di Bari, del 26 maggio 2019". 

Olivieri e i voti per la moglie


Olivieri avrebbe procacciato voti per conto della moglie: alcuni componenti del clan Parisi – tra cui Tommaso Lovreglio - avrebbero promesso voti, setacciati nel rione Japigia di Bari, in cambio di 10mila euro.

Michele Nacci, 34enne barese, che alle elezioni 2019 era in accoppiata con Lorusso (risultato primo dei non eletti) avrebbe promesso di far avere alla lista voti dal clan Montani, in quanto genero di Bruna Montani, cugina del capoclan Andrea, detto “Malagnac”. L’ex consigliere regionale avrebbe messo a disposizione posti di lavoro nella “Fondazione Maria Rossi Olivieri”, a lui riconducibile. “Emblematico” – si legge in una delle due ordinanze firmate dal gip del tribunale di Bari, Alfredo Ferraro – è un passaggio del dialogo in cui i tre interlocutori, Olivieri, Nacci e Montani, avrebbero deciso di candidare anche Nacci con la promessa che “anche in caso di mancata elezione gli avrebbe comunque assegnato un "posto fisso" nella Fondazione: “Vai in coppia – sarebbero state le parole di Olivieri come riportano le intercettazioni ambientali. Troveremo duecento voti a Lorusso? E a quel punto troviamo 200 voti a Lorusso-Nacci!! Oh, ma sono lo stipendio, oltre 1.600 euro!”, riferendosi alla proposta di assunzione. E poi indicazioni su come far votare coinvolgendo anche gli anziani “Sì dai il fac-simile, il normografo, Nacci-Lorusso, si insegna alla gente come si vota, si prendono una ad una e si portano a votare”. Bruna Montani, anche lei indagata, in un altro passaggio, mostra preoccupazione per la promessa di lavoro partita da Olivieri con la presunta connivenza di sua moglie, la candidata Maria Carmen Lorusso: “Speriamo, Mari, lo sai, speriamo che mo' mi aiutate Michele e non ci abbandonate”. E la donna, poi eletta, avrebbe risposto: “Assolutamente, l'ho detto pure a zia Mariella, stare io là è come se stesse Michele insieme a me, perché è l'unico che è stato leale”.

Gli accordi con Parisi


I voti sarebbero arrivati anche dai quartieri San Paolo e San Girolamo per conto di Gaetano Strisciuglio e da Bari Vecchia e San Pio, grazie ad altri indagati. Maria Carmen Lorusso, inoltre, è figlia del medico oncologo Vito (ai domiciliari), arrestato il 12 luglio scorso, per aver intascato una “mazzetta” da un paziente, al fine di saltare le liste d’attesa, con le accuse di concussione, peculato, truffa e accesso abusivo al sistema informatico sanitario. Proprio il professionista pare avesse preso accordi con Massimo Parisi, altra figura di spicco del clan e fratello del boss, tanto da offrire il proprio interessamento per un paziente oncologico, Gaetano Bellomo, familiare del gruppo criminale, ritenuto “nipote prediletto del boss”. I Parisi – come si legge nell’ordinanza – “volevano aiuto per la famiglia in cambio di futuri favori”. Appare eloquente una dichiarazione raccolta tramite intercettazioni. Olivieri, parlando con la moglie al telefono, riferisce di “aver incontrato quelli di Japigia, il tuo incubo”. E poi spiegherebbe come vorrebbe rivolgersi agli affiliati “Ho detto. Ehi, mo’ lo dico a modo mio: “Se quella non prende cinquecento voti a Japigia, io prendo lo stomaco di Bellomo (ride) e glielo faccio a pezzettini personalmente, cioè lo faccio stare peggio di come stava prima che conoscesse mio suocero (ovvero l’oncologo Vito Lorusso, ndr)”. Lo stesso medico, in un altro passaggio, racconta di “dover accompagnare il paziente a Milano per una visita di controllo”. Olivieri, con riferimento alla data delle votazioni, reagisce: “Se il 27 esce un brutto risultato buttalo giù dalla macchina”. Rincara la ex moglie: “Bravo, non lo accompagnare proprio!”.


Insomma sembrerebbe che Olivieri avrebbe utilizzato anche le cure per il parente del boss come arma di ricatto per i voti. Le elezioni alle comunali di Bari del 2019, insieme a quelle di Valenzano, sono già al centro di un processo. Che riguarda l’ex consigliera comunale Francesca Ferri, il compagno Filippo Dentamaro e l’ex consigliere regionale (imprenditore e presidente del Foggia Calcio) Nicola Canonico, imputati nel processo per le presunte ipotesi di corruzione elettorale e voto di scambio.[FIRMA-E-SIGL]

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