Lotta alla mafia, l’sos del procuratore: «I clan inquinano l’economia». Rossi e il sindaco incontrano i giovani

Lotta alla mafia, l’sos del procuratore: «I clan inquinano l’economia». Rossi e il sindaco incontrano i giovani
di Daniela UVA
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Giovedì 23 Marzo 2023, 05:00

Decine di ragazzi si interrogano su cosa sia oggi la criminalità organizzata. A raccontarlo sono le istituzioni in prima linea che, in un incontro organizzato ieri da Zona Franka, hanno spiegato come si stiano evolvendo le mafie sul territorio, non dimenticando però i progressi compiuti dalla città e dalla sua società civile.
Oggi la mafia non esercita più il potere con le bombe, o sparando. Lo fa «attraverso la sua potenza economica, garantita dal traffico di stupefacenti che fa arrivare un quantitativo enorme di denaro contante». Denaro che, spiega il procuratore Roberto Rossi, arriva in gran parte nelle tasche dei boss, che poi hanno il problema di capire come reinvestirlo. Sempre più spesso lo fanno nei bar, nelle piccole aziende, nel campo dell’edilizia.

La parole del procuratore

Un fenomeno che «crea enormi problemi all’economia», dice Rossi. «Un bar di questo genere può permettersi di praticare prezzi più bassi con danni enormi per i concorrenti», spiega.

Dal punto di vista delle organizzazioni criminali, quello di Bari viene descritto dal procuratore come un «territorio variegato dal punto di vista dei clan, ma meno problematico rispetto a Foggia, perché qui i clan hanno trovato una forte resistenza da parte della città. Molte estorsioni vengono denunciate, ci sono molti arresti e sequestri». Questo però non può portare a dire che la mafia non esiste. 

La segretaria della Cgil


Lo dice a chiare lettere anche la segretaria generale della Cgil Bari, Gigia Bucci. «La mafia, la camorra, la criminalità esistono e si manifestano sotto tante forme – dice -. La mafia non è solo sparare, incendiare le auto, minacciare. Ma si manifesta nelle forme più infime e silenziose». Per esempio con le estorsioni e l’usura. «Siamo in una situazione nella quale la crisi economica morde», la condizione delle imprese e delle famiglie peggiora, «le crisi aziendali aumentano», conferma Bucci. «Solo nell’area metropolitana di Bari ci sono attualmente 4.600 lavoratori colpiti da queste crisi aziendali ai quali non riusciamo a dare una prospettiva – chiarisce -. Dietro queste difficoltà il rischio che le famiglie possano cadere nella trappola dell’usura o che le imprese vadano in difficoltà lasciando spazio alla criminalità è molto alto». 

L'intervento del sindaco Decaro


Il sindaco Antonio Decaro ha ricordato che in città sono presenti 14 clan criminali che, per fortuna, «grazie al lavoro di forze dell’ordine e magistratura, sono stati decapitati». Il sindaco assicura che «la città ha fatto tanti passi in avanti rispetto agli anni Ottanta e Novanta». Anni bui e molto difficili. «Anni nei quali nella città vecchia non si poteva entrare. Ricordo che quando andavo a scuola al Polivalente, a Japigia, c’era un blocco di motorini che faceva le ronde, perché quella era una piazza enorme di spaccio, vicino alla casa di Savinuccio – prosegue Decaro -. Il quotidiano americano New York Times in un suo titolo aveva definito la città come scippolandia». In anni più recenti, il quotidiano della Grande Mela ha riacceso i fari sul capoluogo pugliese, «ma lo ha fatto per denunciare che le orecchiette vendute nella città vecchia non rispettano tutte le norme – dice ancora Decaro -. Nell’ultimo anno e mezzo in quella zona è ripreso lo spaccio di droga, un esponente di spicco di un clan è stato scarcerato, ma quel quartiere resta il più attrattivo per i turisti». Un miglioramento avvenuto, secondo Decaro, «grazie al lavoro fatto dalle istituzioni, ma anche grazie a una presa di posizione di coscienza da parte della comunità». Un risveglio determinato anche dall’omicidio di «persone innocenti per mano della mafia – conclude Decaro - episodi dopo i quali città ha smesso di girare la testa dall’altra parte».

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