Mafia e spaccio di droga: 56 arresti i Puglia. I pusher si travestivano da operatori del 118 per spacciare e consegnare la droga

Individuati acquirenti, corrieri e diversi luoghi di stoccaggio del narcotraffico

La conferenza stampa della maxi operazione
La conferenza stampa della maxi operazione
di Luigi LUPO
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Lunedì 18 Marzo 2024, 06:33 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 13:33

Scacco al clan della mafia: 56 arresti in Puglia per spaccio di droga. A conclusione di un'ampia indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Bari - maxi operazione con i Carabinieri del comando provinciale del capoluogo pugliese che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 56 indagati, ritenuti appartenenti a un sodalizio criminale di tipo mafioso-camorristico operante nella città metropolitana e nella provincia barese, dedito perlopiù al traffico di sostanze stupefacenti con modalità mafiose.

Nel corso dell'attività investigativa, dal 2017 al 2020, sono già stati sequestrati circa 80 chilogrammi di hashish, 7 chilogrammi di cocaina e 2 chilogrammi di marijuana. Inoltre sono state arrestate numerose persone tra acquirenti e corrieri ed individuati diversi luoghi di stoccaggio del narcotraffico. Gli arresti sono in corso contestualmente in diverse località di Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia ed Abruzzo.

Le indagini

Avevano le quote e gli utili ripartiti tra i soci come in un'impresa vera e propria. A Bari il clan Palermiti-Parisi, a cui la Procura ha inflitto un altro duro colpo con 56 arresti per spaccio con l'aggravante mafiosa, aveva in messo in piedi la cosiddetta "società della guerra", nata nel 2017 per contrastare i Busco.

Il core business dei clan era lo spaccio di droga che, secondo le indagini della Dda di Bari, non si era arrestato neanche durante la pandemia. I pusher si sarebbero travestiti da operatori del 118 o da imbianchini per non interrompere lo smercio di sostanze stupefacenti. La cocaina, con un prezzo di 38mila euro al chilo, veniva attinta da Noicattaro, Mola di Bari, Capurso e Terlizzi. Mentre marijuana e hashish arrivavano da Marocco e Spagna. 

«Il traffico di droga è la principale attività economica dei clan - ha spiegato in conferenza stampa il procuratore capo, Roberto Rossi - Deriva dal fatto che c'è una grande richiesta. Se Japigia continua a essere un quartiere dove la vendita è centrale, significa ci sia una grande richiesta. Si parla molto dell'attività repressiva, poco di quella preventiva».

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