Bari, «Siete i nostri oggetti», stupravano e picchiavano i figli di 5 e 9 anni: arrestati marito e moglie

Bari, «Siete i nostri oggetti», stupravano e picchiavano i figli di 5 e 9 anni: arrestati marito e moglie
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Mercoledì 8 Novembre 2017, 13:34 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 11:47
Avrebbero violentato i loro figli di 5 e 9 anni ripetutamente, inducendoli a compiere e subire atti sessuali, costringendoli a vedere film pornografici e picchiandoli. I carabinieri hanno arrestato due coniugi del nord barese, lui di 38 anni, in carcere, lei di 34, ai domiciliari. Gli abusi, raccontati dagli stessi bambini, sarebbero proseguiti fino al giugno 2016, quando il Tribunale per i Minorenni di Bari ne ha disposto il collocamento in Comunità, per il grave degrado sociale in cui vivevano.

I due sono accusati di violenza sessuale pluriaggravata, corruzione di minorenne e maltrattamenti. A dare impulso alle indagini sono state le segnalazioni delle educatrici della Comunità dove da oltre un anno vivono i due bambini dopo l'intervento del Tribunale per i Minorenni. Gli arresti sono stati eseguiti della sezione di pg della Procura di Bari, in collaborazione con i militari della Compagnia di Molfetta, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giulia Romanazzi. Stando alle indagini della magistratura barese, coordinate dal il pm Simona Filoni, la coppia avrebbe indotto i figli a compiere e partecipare a rapporti sessuali, a guardare film porno, in una «dimensione di aberrazione sessuale». La maggior parte delle condotte sarebbe stata opera del padre, «con il coinvolgimento morale» della donna, «la quale - spiega la Procura - non solo assisteva agli abusi sessuali plurimi commessi dal marito in danno dei figli, ma non si attivava in alcun modo affinché gli stessi avessero fine».

Dalle indagini emerge anche un contesto di degrado sociale e igienico, oltre che di violenza fisica consistita in schiaffi, botte e maltrattamenti fisici costanti, arrivando il padre ad inculcare in loro l'idea di essere «oggetti», veri e propri «strumenti di piacere nelle sue mani» ed arrivando a definirli «una sua proprietà».
Gli inquirenti parlano una «serie di turpi e deprecabili violenze», «perpetrate con inaudita, raccapricciante e sistematica violenza, che, inevitabilmente, ha nei piccoli determinato gravi ripercussioni sia dal punto di vista fisico che psicologico. L'indecente vicenda si è sviluppata in ambiente domestico - spiega la Procura - in quel luogo sacro che avrebbe dovuto per i bambini costituire un rifugio sicuro, in un contesto ambientale coincidente con quello di un nucleo familiare degradato e svilito, governato da un padre sordido, aggressivo e triviale, che, avvalendosi del ruolo genitoriale in chiave sopraffattrice, ha dato sfogo alle sue sudice abiezioni attraendo i due figli - minori dei dieci anni - in una perversa e devastante dimensione sessuale».
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