Coca party, condanne definitive per Tarantini e compagni

Coca party, condanne definitive per Tarantini e compagni
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Sabato 24 Marzo 2018, 19:51
Comincia con i coca-party in Sardegna nell'estate 2008 la parabola che ha portato in due anni Gianpaolo Tarantini da essere un manager barese di successo nel settore delle protesi sanitarie, protetto e amico di Silvio Berlusconi alle cui feste portava ragazze ed escort, a imprenditore decaduto finito in carcere e poi sottoposto a una decina di procedimenti penali.
A dieci anni da quei fasti, fra prescrizioni e processi ancora pendenti, la Cassazione ha infatti reso definita una seconda condanna per 'Gianpì: un anno e otto mesi per cessione di droga a quelle feste in Sardegna, che si aggiungono alla condanna a 2 anni e 11 mesi per la bancarotta dell'azienda di famiglia Tecnohospital, che sta già scontando facendo volontariato con bisognosi e disabili. La Suprema Corte ha confermato anche le condanne nei confronti degli amici di Tarantini, Massimiliano Verdoscia e Alessandro Mannarini, accusati di trasporto e cessione di sostanze stupefacenti, condannati a 4 anni e 4 mesi di reclusione. Con le condanne diventate definitive, le pene andranno in esecuzione ma tutti e tre gli imputati potranno evitare il carcere: Tarantini - che di quei 20 mesi ne aveva già scontati 8 - prolungando l'affidamento ai servizi sociali; Mannarini e Verdoscia - che avevano già trascorso circa 6 mesi tra carcere e domiciliari - potranno scontare la pena residua fuori dal carcere perché una recente sentenza della Corte Costituzionale estende a 4 anni (rispetto ai 3 precedentemente previsti) il limite di condanna per ottenere la sospensione dell'ordine di carcerazione e chiedere una misura alternativa. Nei confronti di Tarantini e Verdoscia è poi ancora pendente il più noto processo escort, in cui insieme con altre due persone, tra le quali «l'ape regina» dei party berlusconiani, Sabina Began, rispondono dei reati di reclutamento e favoreggiamento della prostituzione. Il processo, che è costato in primo grado condanne a 7 anni e 10 mesi per Tarantini e a 3 anni e 6 mesi per Verdoscia, è attualmente sospeso perché la Corte di Appello di Bari ha trasmesso gli atti alla Consulta affinché si esprima - per la prima volta da quando è andata in vigore 60 anni fa - sulla incostituzionalità di alcune norme della legge Merlin
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