L'ex giudice per le indagini preliminari di Bari Giuseppe De Benedictis si sarebbe lasciato corrompere dall'ex penalista Giancarlo Chiariello per concedere scarcerazioni ai clienti dell'avvocato in almeno tre occasioni, ma mai lo avrebbe fatto per favorire la mafia. È in estrema sintesi la tesi della difesa dell'ex gip, sostenuta oggi nell'arringa nel processo in corso con rito abbreviato che si sta celebrando a Lecce. De Benedictis, Chiariello e altri sette imputati sono accusati di corruzione in atti giudiziari con l'aggravante mafiosa e per loro la Dda di Lecce ha chiesto condanne fino a 8 anni e 9 mesi di reclusione.
Bari, la Procura chiede 8 anni e 9 mesi per l'ex giudice De Benedictis, 8 per l'avvocato: «Mazzette in cambio di provvedimenti favorevoli»
Le dichiarazioni spontanee dell'ex giudice: «Profondamente dispiaciuto per quanto accaduto»
I difensori dell'ex gip, gli avvocati Giancarlo Schirone e Saverio Ingraffia, hanno insistito per l'esclusione dell'aggravante mafiosa, evidenziando che «Giuseppe De Benedictis non è solo quei tre episodi di corruzione, che lui non ha negato, ma 35 anni di onorata carriera al servizio della giustizia».