Laforgia-Leccese, primo duello pubblico: sala piena, difesa di Bari e scintille sui temi caldi

foto di Max Frigione
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di Vincenzo DAMIANI e Elga MONTANI
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Martedì 26 Marzo 2024, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 12:14

Il primo confronto aperto al pubblico tra Michele Laforgia e Vito Leccese, i due candidati del centrosinistra che il prossimo 7 aprile si sfideranno alle primarie per la scelta del nome unitario della coalizione a Bari, si è acceso sui temi dell'urbanistica, dell'ambiente, in particolare sulla gestione di Amiu, e dei trasporti. Davanti a oltre 200 persone, nell'evento organizzato dal Nuovo Quotidiano di Puglia all'Officina degli esordi, non hanno lesinato critiche, anche aspre, e non si sono risparmiati quando si è trattato di offrire la propria visione della Bari del futuro.

In platea ad ascoltarli, tra gli altri, il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis, l'ex assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini, l'ex assessore all'Ambiente, Michele Losappio, l'ex europarlamentare Enzo Lavarra, Mimmo Lomelo, portavoce dei Verdi, il segretario cittadino del Pd, Gianfranco Todaro, la presidente del Pd Bari, Titti De Simone, il componente della segreteria regionale del Pd, Leonardo Palmisano, il segretario cittadino di SI, Dudi Polito, l'assessora al Welfare al Comune, Francesca Bottalico.

I temi caldi

L'incontro, moderato dal direttore di Quotidiano, Rosario Tornesello, si è aperto con un punto di vista sui temi più "caldi" in questi giorni in città: l'insediamento della commissione di accesso per valutare l'eventuale scioglimento del Consiglio comunale e il rischio di inquinamento del voto tanto alle primarie quanto anche alle prossime amministrative. «Stiamo subendo ha esordito Laforgia - un'aggressione alla reputazione pubblica di questa città, all'immagine che abbiamo costruito negli ultimi 20 anni e che rischia di farci tornare indietro ai tempi in cui Bari era Scippolandia, ed entrare a Barivecchia significava subire un furto o rapina.

Ai tempi insomma in cui Bari era una citta mafiosa ma in cui si negava l'esistenza della mafia». «L'invio della commissione di accesso ha sostenuto Leccese - è una vicenda drammatica, la sto vivendo sulla mia pelle. Sono stato al fianco di due sindaci, Emiliano e Decaro, è un colpo al cuore per me e per i tantissimi dipendenti comunali che con senso di abnegazione hanno lavorato per raggiungere risultati importanti. Oggi Bari è una città diversa rispetto a quella dove si incendiava il Petruzzelli, eppure per una scellerata azione politico-elettorale ci vogliono far tornare indietro. Non possiamo tornare indietro. Sono molto preoccupato, quel procedimento è molto discrezionale e sono preoccupato anche per le dichiarazioni del viceministro Sisto che ha detto che ministro avrebbe potuto sciogliere direttamente il consiglio comunale. Atteggiamento squadrista del governo».

Sulla "piaga" del trasformismo politico idee chiare e qualche divergenza: «Quando parliamo di trasformismo ha evidenziato Laforgia - dovremmo fare qualche piccolo passo indietro. Ho denunciato sempre le operazioni trasformistiche quando si sono verificate. Per il presente dobbiamo capirci sulla parola trasformismo, ma la soluzione è molto più semplice di quella che appare: il problema non è che uno di centrodestra possa votare centrosinistra, il punto è cosa dai in cambio. Il punto è fare un accordo in cui non è previsto un corrispettivo. Le nomine sono moneta di scambio del trasformismo. Dobbiamo chiedere voti a tutti eccetto ai fascisti dichiarati». «Sono molto favorevole ha replicato Leccese - a sottoscrivere anche con Laforgia e poi anche con il competitor del centrodestra a non accettare cambi di casacca. In passato ci sono stati molti episodi, faccio tesoro degli errori del passato».

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