Mafia, rapporti tra i clan di Bari e la Scu di Lecce: 104 arresti. C'è anche il vice presidente di un'associazione antiracket

Mafia, rapporti tra i clan di Bari e la Scu di Lecce: 104 arresti. C'è anche il vice presidente di un'associazione antiracket
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Lunedì 18 Giugno 2018, 14:35 - Ultimo aggiornamento: 19:59
BARI  - I carabinieri del Ros hanno eseguito, a Bari e in altre località del territorio nazionale, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 104 persone, ritenute affiliate ai clan Mercante-Diomede e Capriati. Il provvedimento scaturisce da un'articolata attività investigativa, coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Bari, che ha ricostruito gli assetti organizzativi, le attività criminali e la capacità di infiltrazione dei clan nel tessuto economico e sociale della città e della provincia di Bari. I particolari dell'operazione, denominata “Pandora”, sono stati resi noti presso il comando legione carabinieri di Bari, durante una conferenza stampa con la partecipazione del procuratore nazionale antimafia, del procuratore della Repubblica di Bari e del comandante del Ros.

Dall'indagine dei carabinieri, sono emersi rituali di affiliazione, la disponibilità di armi anche da guerra come kalashnikov e rapporti con esponenti della società foggiana e della Sacra Corona Unita di Lecce. Tra gli arrestati, ritenuto partecipe del clan Mercante-Diomede, fanno sapere i carabinieri, c'è «anche un componente del consiglio direttivo della F.a.i. - associazione antiracket ed antiusura Puglia: è Roberto De Blasio, titolare di una società di vigilanza privata e vicepresidente dell'Associazione Antiracket e Antiusura di Molfetta. De Blasio si sarebbe «letteralmente infiltrato nell'antiracket» ha spiegato il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe. «l personaggio è tale - ha detto Volpe - che in una intercettazione alcuni sodali dicono “tuo fratello come si è trovato in mezzo ai ragazzi, come ha fatto ad essere ragazzo di Pinuccio il drogato? (il capo clan Giuseppe Mercante, ndr)”. All'imprenditore la Dda contesta il reato di associazione mafiosa e dagli atti risulta che il suo ruolo di partecipe nell'organizzazione sia stato formalizzato con un vero e proprio rito di affiliazione. Un blitz che assume una valenza particolare anche alla luce delle condizioni in cui sono costretti da giorni ad operare magistrati e legali a Bari.
«Questo importante colpo alle organizzazioni criminali baresi è stato inferto da magistratura e Forze dell'ordine, spesso costretti a lavorare in condizioni di grande difficoltà. La vicenda del Palagiustizia è solo l'esempio più eclatante», commenta, infatti, a margine il sindaco di Bari Antonio Decaro. «Davanti a questi risultati - aggiunge Decaro - noi chiediamo in modo ancor più forte che lo Stato si faccia carico in termini prioritari di garantire il funzionamento della Giustizia in condizioni dignitose, decretando lo stato di emergenza per velocizzare le procedure di trasferimento delle funzioni giudiziarie in un'altra sede. Ad oggi non possiamo che ringraziare ancora una volta per lo straordinario lavoro che la Magistratura inquirente sta portando avanti nonostante le condizioni assurde in cui è costretta a operare».
In serata Antiracket Puglia ha sospeso da qualsiasi incarico
il socio Roberto De Blasio, decidendo per la sua espulsione.
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