Voglia d’agricoltura: in Puglia 4.540 domande per il Psr

Voglia d’agricoltura: in Puglia 4.540 domande per il Psr
di Leda Cesari
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Sabato 28 Aprile 2018, 05:35
BARI - Un cambiamento epocale che non si ricorda a memoria d’uomo, forse comparabile solo alla Rivoluzione Industriale: la voglia d’agricoltura tra i giovani italiani. E’ infatti corsa a vanghe e trattori per quasi 30mila persone che nel biennio 2016/2017 hanno presentato, in Italia, domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, con ben il 61% concentrato al Sud e nelle isole, il 19% al Centro, il resto al Nord. E il boom proprio in Puglia: 4.540 istanze (seconda soltanto alla Sicilia). 
Così lo studio della Coldiretti “Ritorno alla terra”, presentato ieri al primo “Open day dell’agricoltura” in corso a Bari, tra il lungomare Imperatore Augusto e piazza del Ferrarese, fino a tutto il weekend. Un allestimento imponente che sta impegnando 400 persone e che già ieri ha accolto centinaia di migliaia di persone tra agricoltori e consumatori, con alberghi e ristoranti esauriti, 200 pullman privati in movimento, tutte le aziende del territorio impegnate a fare del Villaggio l’evento dell’anno. 

Tra laboratori di orecchiette in diretta con le signore di Bari vecchia allo spettacolo (ieri sera) che ha riunito davanti al Fortino di Sant’Antonio Toti e Tata, ovvero Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, il Villaggio contadino di Coldiretti distribuisce incontri, ricerche, statistiche, sondaggi, ma anche idee vecchie e nuove per inventarsi posti di lavoro: l’agricoltura sociale, l’ agri-welfare, l’agri-cosmetica e mille altre occasioni per ricordarsi che la terra – e l’ambiente - sono strumento per regalarsi un mondo più sano, più salubre, più giusto. E poi, ovviamente, spazio al più grande mercato a chilometro zero di Campagna Amica, con un’area dedicata al gusto, menu a 5 euro e sapori antichi della tradizione, dalla pasta di grano Senatore Cappelli allo street food “green”. 
«Il Villaggio è veramente la festa dell’agricoltura italiana», commenta Gianni Cantele, presidente regionale di Coldiretti, «l’emblema di tutte le battaglie che abbiamo sostenuto e vinto a difesa del Made in Italy, come quella contro il glifosato, che ha convinto Barilla a non comprare più il grano canadese. Ed è il sintomo di un sistema complessivo che sta crescendo». Fatto che, continua Cantele, non incarna certo una moda effimera. «Questa rinascita dell’agricoltura italiana può consentirci di dare il giusto riconoscimento al valore delle nostre produzioni e beneficio a tutti gli attori della filiera, dai consumatori ai contadini, passando per le imprese. Una vittoria per chi, fino a qualche anno fa, viveva come una vergogna l’iscrizione alla facoltà di Agraria». 
E proprio da Agraria arriva l’altra news importante diffusa ieri nel Villaggio da Coldiretti su dati del Ministero dell’Istruzione: gli studenti delle scuole superiori di Agraria hanno fatto registrare un aumento del 36% negli ultimi cinque anni, e molto spesso sono già impiegati a un anno dal diploma. I ragazzi che alle superiori hanno scelto un percorso didattico legato alla terra sono infatti 45.566 nell’anno scolastico 2017/18, e secondo un recente sondaggio Coldiretti/Ixè i giovani, nel 57% dei casi, preferirebbero oggi gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale o fare l’impiegato in banca. 

Un fenomeno favorito anche dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti. Certo, la strada non è tutta in discesa: fra gli impedimenti maggiori che gli aspiranti giovani agricoltori debbono superare c’è per esempio il costo elevato della terra, visto che – spiega un’altra analisi Coldiretti su dati Eurostat – quella arabile in Italia è la più cara d’Europa, con un prezzo medio di 40.153 euro all’ettaro: si va dai 17.571 euro della Sardegna ai 30.830 euro della Puglia, dai 40.570 euro del Lazio ai 42.656 della Toscana, dai 65.759 della Lombardia ai 68.369 del Veneto, fino al record europeo della Liguria, con 108mila euro all’ettaro. 
Ma il dado è tratto, la via tracciata: «Il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo», gongola il presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo, «ma è la nuova strada del futuro per giovani generazioni istruite e con voglia di fare tanto».
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