Avvocato condannato a 4 anni e mezzo: «Intascava i risarcimenti da migliaia di euro dei clienti»

Avvocato condannato a 4 anni e mezzo: «Intascava i risarcimenti da migliaia di euro dei clienti»
Avvocato condannato a 4 anni e mezzo: «Intascava i risarcimenti da migliaia di euro dei clienti»
di E.M.
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Mercoledì 13 Dicembre 2023, 20:50 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 06:46

Con l’accusa di avere intascato somme di denaro destinate ai suoi clienti da sentenze o da accordi bonari, è stato condannato a quattro anni e mezzo di reclusione l’avvocato brindisino Giuseppe Scuteri, 53 anni. Il modus operandi sarebbe consistito nell’indicare alla parte soccombente il conto corrente di una parente (condannata intanto con il rito abbreviato) invece che quelli dei clienti. In un caso gli è stato contestato di avere fatto risultare vivo un cliente intanto deceduto per riscuotere comunque il risarcimento

La sentenza del giudice del Tribunale di Brindisi, Adriano Zullo, riguarda i 25 capi di imputazione contestati nell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Alfredo Manca: quattro anni la richiesta di condanna. 
Il reato più ricorrente, l’esercizio abusivo della professione forense poiché sarebbe stata svolta anche nel periodo 6 settembre 2017-21 dicembre 2017 quando vigeva la sospensione disposta dal Consiglio dell’ordine degli avvocati.

E poi si parla di truffa e di falso. 

I dettagli

Per due capi di imputazione il giudice ha deciso per l’assoluzione: uno perché il fatto non sussiste, riguardo l’esercizio abusivo della professione. L’altro per difetto di querela per una truffa che avrebbe subito un suo cliente per non avere ricevuto i circa 15.400 euro quantificati dalla Corte d’Appello di Lecce per un contenzioso che invece sarebbero finiti sul conto corrente della parente indicata come imputata. Si tratta ad ogni modo della sentenza di primo grado e per questo vale la presunzione di non colpevolezza fino all’ultimo grado di giudizio. Tre mesi il termine indicato per il deposito della sentenza che potrà essere impugnata dall’avvocato difensore Riccardo Mele.
Il primo capo di imputazione trattato dal processo è quello sulla presunta truffa del cliente intanto deceduto a maggio del 2015 ma dichiarato ancora vivente a luglio 2018.

Sarebbe stato il beneficiario dei 27mila 630 euro indicati dal tribunale di Brindisi quale risarcimento dei danni ad una anziana caduta lungo una delle strade disastrate della città. I processi, soprattutto quelli civili, in Italia si sa vanno per le lunghe, questo iniziò a gennaio del 2008, dieci anni dopo arrivò la sentenza di risarcimento. Intanto la donna era morta nel 2011, quattro anni dopo si concluse anche l’esistenza dei marito legittimo erede ma il Comune di Brindisi versò comunque la somma stabilita dal Tribunale. Come? All’imputato viene contestato di avere prodotto all’Ufficio Tecnico della documentazione falsa. A cominciare dallo stato di famiglia storico del cliente in cui sarebbe risultato non deceduto ma abitante in un altro comune. E comunicando alla Ragioneria del Comune le coordinate bancarie della parente facendole passare per quelle del cliente. Per inciso, il Comune non si è costituito parte civile.

Lo hanno fatto due ex clienti (uno assistito dall’avvocato Tommaso Donvito) come anche la compagnia assicurativa Allianz con gli avvocati Silvio e Giorgio Caroli.

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