Asfalto divelto dalle radici di pino: "Gli alberi saranno sosituiti dai tigli"

Asfalto divelto dalle radici di pino: "Gli alberi saranno sosituiti dai tigli"
di Carmen VESCO
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Venerdì 17 Agosto 2018, 08:50
Asfalto e marciapiedi distrutti dalle radici degli alberi. Gli stalli per i disabili e dei normodotati sono impraticabili e gli abitanti di ogni zona di Brindisi denunciano cadute a causa del manto dissestato; dal Centro alla periferia la situazione non cambia.
E’ vero che è diverso in altre città dove addirittura si riscontrano morti. «Il problema è che in epoche non molto recenti sono stati piantati alberi non idonei alle aree cittadine per il loro basso costo,che però causano più danni che vantaggi» ha spiegato l’assessore al Verde Pubblico Roberta Lopalco.
Si tratta dei pini che, come ogni altro albero, hanno bisogno di spazio vitale, cercano aria, luce e acqua; chi progetta aree urbane deve tenere in considerazione queste necessità e operare di conseguenza perché il verde pubblico deve far parte del piano urbanistico di ogni città per molteplici motivi, da quelli ambientali (purificano l’aria) a quelli estetici e decorativi. Ma chiaramente verde pubblico e sicurezza stradale devono riuscire a convivere bene. Il compito di mantenere queste aree in buone condizioni spesso è dispendioso e poco fruttuoso perché dopo pochi anni i lavori di urbanizzazione si rivelano insoddisfacenti e i cittadini tornano a lamentare il disservizio costringendo a operare con interventi riparatori spesso a scapito della vegetazione che viene sradicata per risolvere il problema alla base.
«E’ necessario, infatti, ora modificare gradualmente la situazione e sostituire i pini, per esempio, che sono molto  invasivi con i tigli. Già da tempo è partita la cosiddetta Vta: visual tree assessment che è il monitoraggio delle aree verdi della città. E’ in base a questa, però, e non certo in maniera irrazionale, che interveniamo: laddove il rischio caduta e quindi il pericolo per la sicurezza pubblica sia più elevato della necessità di salvare la pianta è nostro dovere rimuoverla» ha aggiunto l’assessore.
Ora, in verità, esistono delle soluzioni studiate appositamente per non dovere sradicare alberi che sono cresciti con gli stessi quartieri, magari tenendo presente per il futuro che vanno scelte piante con caratteristiche diverse che non creino questi disagi.
Invece, i pini che nel lontano passato fanno parte di una concessione a titolo gratuito della Forestale, hanno radici che si estendono in orizzontale perché, essendo molto alti e con molte fronde, hanno bisogno di una base più ampia su cui fare affidamento e quindi difficile gestirne la crescita sotterranea.
Esistono delle barriere in profondità che contengono le radici entro un certo perimetro indirizzando la pianta a estenderle in verticale: questo, però, implica poi un’attenzione particolare allo sfoltimento delle fronde in altezza e in larghezza perché l’albero si mantenga in equilibrio e non rischi di essere a pericolo caduta.
Allora esistono anche delle isole vegetative che, inserite sotto i marciapiedi entro un tot di metri di profondità, consentono di mantenere il giusto compattamento del suolo così che l’apparato radicale possa espandersi in modo uniforme parallelamente al terreno.
«Sì ci sono delle soluzioni ma non sono applicabili a ogni caso per questo stiamo monitorando ogni pianta, con il supporto della Multiservizi, in modo da poter gestire al meglio le emergenze e razionalizzare gli interventi» ha concluso Lopalco.
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